Macerata, 4 giugno 2014 - Ieri, a meno di un’ora dalla convocazione urgente da parte dell’ufficio stampa della Diocesi, mentre le campane del centro storico si rincorrevano a suonare il mezzogiorno, la gente arrivava nella cattedrale di San Giuliano, sempre in aumento con il passare dei minuti, tutti con lo stesso desiderio di sentire la notizia che si attendeva da oltre un anno: la nomina del nuovo vescovo della diocesi di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia. E’ l’umbro don Nazzareno Marconi, nato nel 1958 a Città di Castello, già noto alla comunità maceratese perché ha curato per tre anni la formazione pastorale e biblica della Diocesi di questa città.

Monsignor Marconi fino all’anno scorso era rettore del seminario di Assisi, attualmente è co-parroco a Trestina. Che fosse destinato a diventare vescovo in molti lo sapevano già, per le sue rare qualità umane e di grande studioso, tanto che il suo nome era già uscito fuori tra i papabili successori di monsignor Paglia. «Nella mia vita è la terza volta che il Signore, attraverso la sua Chiesa mi dice: ‘esci dalla tua terra e vai dove ti indicherò’», sono state le prime parole che il neo vescovo ha pronunciato leggendo una lettera indirizzata agli amici della diocesi umbra. «La prima volta fu monsignor Pagani che mi spedì al seminario di Roma perché dovevo scoprire che il mondo era più grande della nostra valle. Credo di aver imparato la lezione, ma non ho perso l’accento a metà tra il citernese e il castellano. La seconda volta sono stati i vescovi umbri a mandarmi ad Assisi — ha ricordato don Nazzareno — e far crescere una nuova generazione di preti. Qui ho imparato a pensare umbro. Ora è il Papa che mi spedisce a Macerata: non so cosa abbiano in mente il Papa e il buon Dio, ma mi fido ciecamente di tutti e due. Per questo non ce l’ho fatta a dire di no».

Domenica 13 luglio nella cattedrale di Città di Castello, dove era stato ordinato sacerdote nel 1983, si terrà la consacrazione episcopale e il 27 luglio il nuovo vescovo farà l’ingresso nella diocesi di Macerata. Ieri alla nomina di don Marconi da parte di monsignor Giuliodori è seguita una nota del vicario generale, don Pietro Spernanzoni, il quale ha ringraziato Giuliodori «per questi 7 anni in cui è stato con noi. Infaticabile soprattutto in quest’ultimo anno . Per fare tutto ciò ci vuole fegato, fiato, gambe, testa e cuore. Claudio non è un intraprendente che una ne pensa e cento ne fa; lui le fa tutte ma prima le studia con dettaglio e curando ogni particolare. Ha una competenza poliedrica. Grazie Claudio di tutte queste energie spese in mezzo a noi, di questa vita spesa per questa comunità».

Paola Olmi