Appignano, stretta sul gioco d’azzardo. "Siamo gli unici in regola"

Da domenica restrizioni e rischio multe per le sale slot di tutto il comune. Ma gli altri ignorano la legge regionale

(foto di repertorio)

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Appignano (Macerata), 29 settembre 2017 – «Dopo la legge che lancia una stretta sul gioco d’azzardo, nessun Comune si è adeguato con un’ordinanza. Nessuno, tranne Appignano». A marzo c’è stata la legge regionale di contrasto all’azzardo patologico, che prevede limitazioni agli orari del gioco automatizzato (slot machines, 10 e Lotto, scommesse) e stabilisce le distanze minime dai luoghi sensibili, come scuole, chiese, ospedali, bancomat. Diventerà effettiva dal prossimo anno, ma consentirebbe un adeguamento (da effettuarsi nei primi tre anni dall’entrata in vigore) e il rispetto dei tempi di conclusione contrattuali. «Nel Maceratese però – sottolinea Paolo Nanni del team Stammi Bene, dipartimento di dipendenze patologiche – soltanto il Comune di Appignano ha fatto un’ordinanza in proposito. Si erano presi l’impegno anche gli assessori di Macerata e Civitanova, solo per citare i centri più grandi, ma non è stato ancora fatto nulla. Un esempio su tutti, davanti la scuola elementare in via Spalato c’è ancora una sala scommesse, e proprio di fronte l’ingresso della scuola. In ogni caso, prima o poi tutti dovranno adeguarsi».

Facile in teoria, molto difficile da mettere in pratica. Il sindaco di Appignano Osvaldo Messi, che anticipa i tempi, si trova già a fare i conti con gli effetti delle restrizioni dettate dall’ordinanza, che tra l’altro prevede maxi multe (come suggerito anche dalla legge regionale) da un minimo di 2.000 euro e fino a 12.000 euro, per chi non rispetterà le limitazioni: «Abbiamo stabilito – spiega Messi – che i giochi automatizzati siano sospesi per 11 ore al giorno, con orario spezzato». Nel dettaglio, i giochi dovranno essere disattivati dalle 7 alle 9, dalle 12 alle 14, dalle 17 alle 20 e dalle 23 alle 2. L’ordinanza entrerà in vigore domenica. Con conseguente malumore (per usare un eufemismo) degli esercenti, che hanno chiesto un incontro con il sindaco.

La legge regionale prevede poi una distanza minima delle attività con giochi d’azzardo di 300 o 500 metri (a seconda della grandezza del paese) dai luoghi sensibili. Appignano fa di più: «Alla lista dei luoghi sensibili – sottolinea Messi – abbiamo aggiunto anche i campi sportivi, i centri di aggregazione per anziani e per giovani, l’oratorio, l’asilo privato. Ho inviato l’ordinanza ai Comuni limitrofi, Macerata, Cingoli, Montecassiano, Montefano, Treia – incalza Messi – sperando in un riscontro, perché il provvedimento avrà forza se sarà esteso sul territorio. Per ora però i colleghi non mi stanno seguendo». Con l’ordinanza si prevedono anche dei premi per quelle attività che decideranno di togliere le apparecchiature per il gioco d’azzardo: azzeramento della Tari e donazione di un biliardino e giochi da tavolo.

«Un intervento restrittivo dei Comuni è fondamentale – precisa Gianni Giuli, direttore del dipartimento dipendenze patologiche –, tutti i sindaci devono approvare queste misure. Quella di Appignano è una scelta davvero molto coraggiosa, ma non deve restare caso isolato, altrimenti rischia di essere penalizzato. Ora bisogna, tutti insieme, avere la forza di applicare questa legge».