Macerata, avvocato sparito in Albania. Ora si indaga per sequestro

Besnik Muço era un rifugiato politico: l’angoscia dei figli a Macerata

La polizia albanese

La polizia albanese

Macerata, 17 novembre 2017 - Era partito dall’Albania, sua patria d’origine, per raggiungere l’Italia, che per tanti anni è stata la sua patria d’adozione. Ma lungo il viaggio, di lui si sono perse completamente le tracce da due settimane. E dato che si trattava di un rifugiato politico vero, scappato da un regime che aveva perseguito, il fatto è oltremodo inquietante. La magistratura albanese ha aperto un fascicolo per il reato di sequestro di persona. Besnik Muço era procuratore generale a Tirana.

Questa sua funzione gli aveva però attirato addosso l’ostilità del regime, soprattutto in seguito a un’inchiesta aperta su un ministro in carica a metà degli anni Novanta. Per questo durante le rivolte del marzo del 1997, quando nello Stato balcanico si registrò un periodo di anarchia e violenze, con l’esplosione dei fenomeni di criminalità organizzata, il procuratore, la moglie e il figlio erano fuggiti in Italia e si erano stabiliti a Macerata, accolti come rifugiati politici in virtù del lavoro svolto dall’uomo nel suo paese d’origine.

A Macerata la famiglia si è stabilita e ha sempre lavorato, lui in particolare come saldatore per una ditta di Piediripa: sono ripartiti da zero. Qui, dove sono arrivati anche altri familiari, è nata la seconda figlia della coppia. I genitori si sono creati una rete di legami e amicizie in città, mentre i bambini crescevano: oggi il grande sta finendo l’università a Copenaghen, la piccola studia a Roma. Quattro anni fa, Muço, dopo aver perso il lavoro da operaio, ha voluto provare a riprendere la professione per cui aveva studiato in Albania, è tornato a Tirana e ha aperto uno studio da avvocato davanti all’ufficio della procura, con un socio. Il lavoro andava bene, e periodicamente Muço tornava a Macerata dalla sua famiglia. La sera del 2 novembre l’uomo è partito dal porto di Durazzo. È salito sul traghetto per Bari e alle 23 il suo telefono è stato spento.

Da quel giorno non si è più riacceso. A Bari non è mai arrivato. Non avendo più sue notizie la moglie Raimonda, che vive a Macerata, ha allertato i carabinieri, che a loro volta hanno girato la segnalazione alle autorità albanesi. Con le prime indagini, si è scoperto che al porto di Bari ci si è accorti che a bordo del traghetto c’erano una felpa e un borsello con dentro i documenti italani e albanesi di Muço (che ha cittadinanza italiana e nazionalità albanese), ma di lui non c’erano altre tracce.

A quanto sembra, in Italia non risulta essere mai arrivato. La polizia ha perquisito il suo appartamento a Tirana, nel quale non è stato trovato nulla di anomalo. Così come non ha segnalato alcunché di strano il fratello dell’avvocato, che aveva parlato con lui prima della partenza: Muço non aveva manifestato alcuna preoccupazione, e aveva annunciato che sarebbe stato per qualche giorno in Italia. Di questo viaggio invece non sapeva nulla la moglie, molto sorpresa quando ha saputo che lui era partito, peraltro in traghetto: una cosa strana, visto che si spostava sempre in aereo. La donna, preoccupatissima, ora è a Tirana per seguire le indagini sulla misteriosa e inquietante scomparsa del marito. I figli invece sono in città, con i nonni, in attesa di notizie.