Cadavere nelle valigie, la madre di Pamela: "Voglio vederli soffrire fino alla morte"

Lo sfogo di Alessandra Verni dopo il riconoscimento all'obitorio. I familiari della ragazza "Siamo distrutti"

Alessandra Verni (foto Calavita)

Alessandra Verni (foto Calavita)

Macerata, 1 febbraio 2018 - «Spero e prego che giustizia sia fatta! Quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte! Ti amo Pamela». È il post che questa mattina ha pubblicato su Facebook Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa e sezionata e il cui cadavere è stato trovato in due valigie a Macerata.

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La donna è arrivata a Macerata da Roma questa mattina. È rimasta poco più di mezz’ora nell’obitorio di Macerata per il riconoscimento ufficiale del corpo di Pamela. La madre della diciottenne era scortata dai carabinieri, che hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi.

"Siamo distrutti, spero che si arrivi presto ad assicurare alla giustizia l'autore o gli autori di questa tremendo delitto: sono bestie feroci", dicono, per bocca del loro legale, l'avvocato Marco Valerio Verni, la madre e i parenti di Pamela Mastropietro. "I familiari della ragazza - aggiunge il penalista - sperano che il lavoro degli inquirenti, dei carabinieri, possa accertare tutte le responsabilità e assicurare alla giustizia l'autore o gli autori. Pamela era una ragazza piena di sogni e questa fine tragica e inaspettata ci lascia distrutti".

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Dopo il riconoscimento, la donna è stata accompagnata nella caserma dei carabinieri per sbrigare alcune formalità legate al riconoscimento. Nei giorni scorsi, dopo la scomparsa della figlia, Alessandra Verni aveva lanciato un disperato appello su Facebook e a 'Chi l'ha visto'.

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I carabinieri intanto hanno trovato anche 70 grammi di hashish a casa di Oseghale, un appartamento in un piccolo condominio in via Spalato 124 a Macerata. L'uomo abitava da solo e il contratto non era intestato a lui, ma ha una compagna e una figlia piccola. Gli altri condomi hanno parlato di "un vicino perfetto", riferendosi a lui, non si sentivano "mai rumori, né chiasso". 

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La cominità di recupero da dove era scappata la ragazza esprime "piena fiducia negli organi inquirenti, a cui abbiamo dato tutte le informazioni richieste". Pur mantenendo la linea di riserbo per  rispetto e riservatezza nei confronti della famiglia e degli altri ospiti, rinnova cordoglio e vicinanza ai familiari. "La legislazione è inadeguata: non consente una vera repressione dello spaccio - prosegue -, che avviene ovunque nelle nostre città. La cultura prevalente ha normalizzato l’uso delle droghe, senza pensare agli effetti negativi che questo ha sui giovani che finiscono per sottovalutare il pericolo. Non si vede, non si dice o si fa troppo poco nelle scuole".  Da oltre trent'anni la Pars lotta contro la droga e i suoi effetti devastanti, "con successi e insuccessi". Conclude il cominicato: "Senza un'azione coerente ed efficace di tutti gli organismi (scuola e enti locali, forze dell'ordine e magistratura, servizi sociali e sanitari), il sostegno di mass media e opinione pubblica, la battaglia contro la droga non si può vincere, sono troppo forti le mafie che si arricchiscono con lo spaccio, il crimine e la ricerca dello sballo a tutti i costi".