Macerata, cadavere nelle valigie. Arrestato un nigeriano / FOTO e VIDEO

In casa dell'uomo sono stati trovati vestiti di Pamela Mastropietro sporchi di sangue. Il 29enne ha il permesso di soggiorno scaduto. La madre della ragazza ha riconosciuto il corpo

Il sospetto fermato e la vittima Pamela Mastropietro (combo)

Il sospetto fermato e la vittima Pamela Mastropietro (combo)

Pollenza (Macerata), 1 febbraio 2018 – E' stato arrestato per l'omicidio di  Pamela Mastropietro il nigeriano di 29 anni che era stato fermato ieri sera: si chiama Innocent Oseghale. L'uomo, in possesso di permesso di soggiorno scaduto, ha precedenti per droga (VIDEO e VIDEO2). Le ipotesi di reato a suo carico sono omicidio e occultamento di cadavere. Agli investigatori l'uomo è apparso "confuso, poco lucido": continua a negare di aver ucciso la ragazza e avrebbe cercato di tirare in ballo altre due persone, risultate estranee.

L'autopsia sul corpo, già effettuata dal medico legale Antonio Tombolini a Macerata, non ha chiarito le cause della morte: se ne saprà di più con i risultati degli esami tossicologici. L'esame autoptico non avrebbe rilevato segni evidenti di violenza sessuale.

All'interno dell'abitazione di Oseghale, sono stati trovati i vestiti della vittima sporchi di sangue, e altre tracce ematiche, nonché uno scontrino di una farmacia, poco distante da lì. Nella stessa farmacia la ragazza aveva acquistato poco prima una siringa. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato il nigeriano insieme alla giovane, e c'è anche una testimone che avrebbe visto l'africano seguire la ragazza fuori da una farmacia.

Inoltre un altro testimone ha visto, la notte del 30, il 29enne con i due trolley all'interno dei quali è stato ritrovato il cadavere mutilati della giovane. Le testimonianze sono state rese agli investigatori insieme a quelle di altre persone.

Pamela Mastropietro aveva 18 anni (Ansa)Pamela, 18 anni, di Roma, era scomparsa dalla Pars di Corridonia, una comunità di recupero dove era arrivata a ottobre per provare a superare i problemi di tossicodipendenza. La ragazza non era considerata uno dei casi più gravi e a Corridonia seguiva anche delle lezioni di musica. Nessuno si sa spiegare perché se ne sia andata, né perché abbia fatto una fine così atroce. 

La scomparsa era stata segnalata da lunedì 29 nel pomeriggio: aveva preso il suo trolley, rosso e blu, l’aveva riempito con le sue cose e se ne era andata. Saputo della sua fuga la mamma Alessandra, che ha un salone di bellezza in centro a Roma, si era rivolta alla trasmissione «Chi l’ha visto?» lanciando un appello. Una ragazza di Macerata, dopo averlo visto, ha scritto un post sulla pagina Facebook del programma, dicendo di aver notato quella giovane in una farmacia in città, in via Spalato.   

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A quel punto sono partite le indagini velocissime dei carabinieri: in farmacia ricordavano quella ragazzina minuta con il trolley ingombrante e rumoroso, e con lei c’era un ragazzo di colore. Le telecamere – della farmacia e di altre attività della zona – sono state fondamentali per individuare Pamela e l’altro: un nigeriano conosciuto dai carabinieri per la sua attività di spacciatore. Così è scattato il blitz nel tardo pomeriggio: i militari si sono appostati sotto casa e lo hanno atteso, e appena arrivato lo hanno bloccato e hanno perquisito l’appartamento, non lontano dalla farmacia. In casa sono saltati fuori alcuni oggetti di Pamela. 

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Il ragazzo ha negato tutto, ha fatto altri nomi di connazionali che erano con lei. Per questo in serata sono scattate altre perquisizioni, altri immigrati che vivono in città sono stati identificati dai carabinieri. Questa mattina è scattato l'arresto. Oggi proseguiranno gli accertamenti di natura tecnico-scientifica all'interno dell'appartamento  che probabilmente è la scena del delitto. Al momento non vi sono altri indagati o fermati in relazione alla tragica vicenda.

 

MA_28590991_115915Intanto è arrivata a Macerata da Roma Alessandra Verni, la madre di Pamela. La donna è rimasta poco più di mezz’ora nell’obitorio di Macerata per il riconoscimento ufficiale del corpo della figlia. La madre di Pamela era scortata dai carabinieri, che hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi. Dopo il riconoscimento, la donna è stata accompagnata nella caserma dei carabinieri per sbrigare alcune formalità legate al riconoscimento. Nei giorni scorsi, dopo la scomparsa della figlia, Alessandra Verni aveva lanciato un disperato appello su Facebook.

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