Casette e ritardi, il consorzio Arcale non ci sta: «La Regione getta fango»

Il presidente Giorgio Gervasi: opere di urbanizzazione a rilento, ma cercano solo un capro espiatorio

Un cantiere delle casette (foto Calavita)

TERREMOTO CENTRO ITALIA 2016. PIEVE TORINA (MC) CONSEGNA CASETTE SAE, 23/08/17. NELLA FOTO: L'AREA DELLE CASETTE SAE

Macerata, 8 novembre 2017 – «Siamo rimasti in silenzio fino ad ora, ma non possiamo più continuare a tacere, dopo che la Regione ci ha gettato fango addosso. Stiamo subendo una diffamazione, qui è in gioco la nostra onorabilità. Ecco come stanno davvero le cose».

Parla Giorgio Gervasi, presidente del consorzio Arcale, la ditta che deve portare le casette nelle Marche, diffidata dalla Regione, che al consorzio ha chiesto anche una penale per undici aree. «Innanzitutto bisogna finirla col dire che abbiamo consegnato poco più di 200 Sae – sottolinea Gervasi – perché al primo novembre ne avevamo già portate 537, ultimate e con tanto di arredi e vettovaglie. Non vengono date ai cittadini, perché in quelle aree devono finire le urbanizzazioni. Ciò vuol dire che ci sono aree con le casette pronte, ma non abitate. Entro la fine del mese avremo consegnato 900 casette. Ora viaggiamo a ritmi di consegna di 70, anche 100 Sae a settimana».

In tutto Arcale è incaricato di portare 1.480 casette. Ma perché tanto ritardo rispetto ai tempi iniziali di consegna? Perché pochi marchigiani (appena 600 persone su un totale di circa 5.000 cittadini in attesa) abitano dentro i moduli? «L’individuazione delle aree da parte dei Comuni ha richiesto un sacco di tempo – risponde Gervasi – e poi c’è quel periodo, imprevedibile, in cui le ditte incaricate dalla Regione fanno l’urbanizzazione, quella fase non ci compete, né dipende da noi. Poi, da quando noi consegniamo, passa più o meno un altro mese per completare il resto dell’urbanizzazione, i marciapiedi ad esempio. Ho pronte 259 casette (di cui 219 per le Marche) che non posso montare perché non ho le aree pronte a disposizione, mentre altre 321 casette sono in fase di produzione (destinate a Ussita, Visso, Camerino, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, San Severino e Pieve Torina)».

«Lo slittamento dei tempi delle aree – incalza Gervasi – ci ha portato un grosso disagio, e una difficoltà nella gestione del personale. I nostri sono ritardi fisiologici, giustificati, che non vanno a incidere sulla consegna ai cittadini, ma al contrario siamo noi che semmai aspettiamo di più prima di avere a disposizione l’area, purché sia in fase abbastanza avanzata e quindi, una volta messe le casette, sia più veloce la consegna alle persone». I Comuni dove le Sae arriveranno più tardi sono Visso e Camerino.

«Tanto per fare un esempio che illustra come il ritardo non dipenda da noi – precisa Gervasi –, prendiamo l’area di Cesare Battisti 1 di Visso, per 41 Sae. Il 2 maggio abbiamo consegnato il progetto esecutivo. La Regione ci ha riconsegnato l’area urbanizzata il 30 ottobre: ecco come stanno le cose. L’accordo quadro invece prevedeva che passassero 120 giorni. In questo caso sono trascorsi sei mesi. E la Regione viene a prendersela con noi per cinque giorni di ritardo? Cercano un capro espiatorio, politicamente parlando, e per farlo stanno screditando Arcale. E comunque abbiamo messo a lavorare 100 persone in più (siamo saliti da 400 a 500), e arriveremo a 550 a breve. Il turno di notte è improbabile da attuare, provvedere a installare l’illuminazione, il necessario farebbe solo perdere dell’altro tempo».

Chiara Gabrielli