Terremoto un anno dopo, le casette. "C’è chi è morto aspettando"

A Castelsantangelo le richieste per le Sae sono calate. Il sindaco Falcucci. "Gli anziani si spengono in esilio"

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Castelsantangelo sul Nera (Macerata), 22 agosto 2017 - «Siamo completamente abbandonati. E intanto la gente muore». È questa l’estrema sintesi del sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, a quasi un anno dal terremoto che ha distrutto il piccolo centro. Non serve un grande sforzo di memoria; Castelsantangelo è stato l’epicentro di un terzo delle scosse del terremoto di agosto. Ma nonostante questo – mentre negli altri centri come Amatrice, Norcia, Accumuli e Arquata, giustamente, seppur lentamente le cose si muovono – di Castelsantangelo pare che ci si sia dimenticati. Questo, perlomeno, è ciò che dice il sindaco, che da quella notte è in prima linea a cercare di gestire un’emergenza troppo grande.

«Non eravamo stati inseriti nel primo decreto terremoto – ricorda il sindaco – come se qui non fosse successo nulla. Ma del resto chi male comincia... Poi c’è stato il terremoto di ottobre che ha finito a distruggere i nostri centri e ha ampliato il cratere, reso ancora più vasto dai decreti. Ma noi siamo in emergenza esattamente dallo stesso esatto momento di Amatrice, per dirne una. Qui le casette ordinate ad agosto, erano solo 11, ancora non si vedono. Oggi le richieste si sono moltiplicate per sei».

Le casette ordinate da Castelsantangelo erano in tutto 73; 50 per il capoluogo, 11 per la frazione di Gualdo e 12 per Nocria. Ma oggi sono già dieci di meno. Le richieste per quelle di Castello si sono abbassate a 40. «Perché la nostra gente nel frattempo muore – ha affermato il sindaco –, lontana dalle sue montagne, in luoghi estranei, oppure decide di abbandonare per sempre Castelsantangelo nell’attesa di qualcosa che non arriva. Sono già diversi gli anziani a cui spettava la casetta che non hanno fatto in tempo a vederla pronta. Muoiono lontano, ma per fortuna almeno – lo dice con amarezza il sindaco Falcucci – il cimitero è agibile e possiamo dargli una degna sepoltura a casa loro».

Uno dei problemi più gravi è la spaccatura irrimediabile della comunità. «Il paese è una famiglia, un equilibro che si costruisce con impegno e nel tempo e che non sarà facile da ritrovare – ha affermato – ma questa situazione sta lentamente minando anche le famiglie. Il terremoto fa i danni più gravi a livello psicologico, e quelli non si recuperano con nessun decreto e nessun progetto di ricostruzione».

Le prime casette nel Maceratese, comunque, stanno arrivando. Domani saranno consegnate le prime a Fiastra, Monte Cavallo e Pieve Torina. Pochi giorni dopo, a fine mese, anche a Castelsantangelo, nella frazione di Gualdo, dove in un primo momento l’inaugurazione era prevista per il 24 agosto. «Sono ancora poche – dicono i sindaci – ma ci ridanno la speranza che queste montagne possano tornare a vivere come prima».