Maceratese, anche banche e finanziarie tra i creditori

Conti in rosso: ecco chi bussa in società. C’è anche un ex tecnico

Filippo Spalletta e Maria Francesca Tardella il giorno della cessione della società

Filippo Spalletta e Maria Francesca Tardella il giorno della cessione della società

Macerata, 5 marzo 2017 – E’ lunga la lista dei debiti con cui sta facendo i conti il presidente della Maceratese Filippo Spalletta. Si tratta di circa 570mila euro, a cui la società ora è chiamata a fare fronte. Nello specifico, 90mila euro richiesti dal fallimento Sirolesi; il decreto ingiuntivo è stato emesso lo scorso aprile e notificato pochi mesi dopo a casa della ex presidentessa biancorossa Francesca Maria Tardella. Poi ci sono 32mila euro rivendicati dall’Apm, per i mancati pagamenti delle bollette del campo di Collevario. Altri 62mila euro sono stati chiesti dalla Guber Spa, una società di gestione dei crediti che agisce per conto di banche e finanziarie; anche questo credito rientra tra quelli della Sirolesi per i lavori al campo di Collevario. Dopo aver scoperto che c’era un contenzioso sui 90mila euro per i quali è stato già notificato il decreto ingiuntivo, è venuto fuori che il fallimento dell’impresa edile aveva già ceduto un altro credito per 62mila euro alla banca Sella, che a sua volta lo aveva ceduto alla Guber per la riscossione.

Poi 12mila euro sono stati richiesti da Carlo Crucianelli, che era stato chiamato come preparatore atletico del settore giovanile. Un totale di 18mila euro reclama Prince Sport, per la fornitura dell’abbigliamento sportivo dei giocatori; all’inizio la società ha agito chiedendo tremila euro, poi però meno di un mese fa è arrivato alla Maceratese un altro decreto ingiuntivo da 15mila euro. E ancora il conto non pagato alla Caradel, la società che si occupa di diagnostica e riabilitazione, e che ancora aspetta il pagamento di 12mila euro.

C’è poi il capitolo dei premi di preparazione, che le società professionistiche devono versare a quelle dilettantische, quando prendono un calciatore ultraquattordicenne: i baby calciatori non si pagano, ma a chi li ha preparati fino a quel momento deve essere riconosciuto appunto un premio. Facendo il conto dei ragazzini selezionati dalla Rata, il debito qui sarebbe di 255mila euro: tra i documenti societari non risultano pagamenti né accordi con le società dilettantische. Gli avvocati Massimo e Giancarlo Nascimbeni assicurano che le società hanno rinunciato ai premi, ma i documenti non ci sarebbero dunque la società biancorossa potrebbe avere difficoltà a dimostrare gli accordi.

Infine, il capitolo dell’affitto della casa della presidentessa per i ragazzi: 90mila euro, cioè 9mila euro al mese, che Tardella ora pretenderebbe dalla società presieduta fino a novembre. Di tutti questi debiti, dicono gli avvocati Federico Valori e Oberdan Pantana, Spalletta non avrebbe saputo nulla.