Mafia nelle Marche, estorsioni e rapine. Condannata la banda

Tutti condannati i componenti del clan Perricciolo, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso

Le intercettazioni dei carabinieri del Ros

Le intercettazioni dei carabinieri del Ros

Macerata, 23 gennaio 2018 - Con una sentenza letta all'una e mezza di notte, sono stati tutti condannati i componenti del clan Perricciolo, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso per aver messo in piedi un 'romanzo criminale' marchigiano. I fatti sono avvenuti dieci anni fa, e sono stati rivissuti anche attraverso le testimonianze dei pentiti lungo un processo durato sette anni.

Dopo una camera di consiglio iniziata alle 14 di lunedì e finita all'1.30 di oggi, la corte presieduta dal giudice Daniela Bellesi ha inflitto la condanna a sei anni e sette mesi a Mauro Amidei di Filottrano, quattro anni a Rosario Arienzo di Napoli, dieci anni a Nicola Bella di Caltanissetta, sei anni a Mirco Calvari di Loreto, nove anni e due mesi ad Alessandro Cavalieri di San Severino, sei anni a Salvatore Fontana di Palermo, due anni e tre mesi ad Agostino Giacchetti di Agrigento, quattro anni a Margherita Linardelli di Recanati, dieci anni a Francesco Maenza di Palermo, sette anni a Roberto Olivieri di Roma, nove anni, sei mesi e quindici giorni a Giuseppe Perricciolo di Catanzaro, quindici anni a Salvatore Perricciolo di Catanzaro, dodici anni ad Alessandro Petrolati di Corinaldo, nove anni e dieci mesi ad Agostino Porcelli di Foggia, otto anni e otto mesi a Filippo Riggio di Caltanissetta, cinque anni e tre mesi a Sandro Sabini di Teramo, sei anni a Domenico Sanfilippo di Catania e tre anni a Lorenzo Bitocchi di Loreto.

Il gruppo viveva tra Ancona e Ascoli, e si era dedicato alle estorsioni ai locali, allo spaccio, alle rapine, agli incendi, utilizzando armi ed esplosivi. Pene ancora più alte erano state chieste dal procuratore antimafia Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore di Macerata (ora in corte d'appello ad Ancona) Cristina Polenzani, ieri presente fino a tardi in tribunale per ascoltare la decisione del collegio. In aula c'erano che i difensori, gli avvocati Donato Attanasio, Domenico Biasco, Gian Luigi Boschi, Massimo Di Bonaventura, Maurizio Cacaci, Paolo Cecchetti, Gianluca Gattari, Giancarlo Giulianelli, Anna Indiveri, Francesca Petruzzo e Francesca Sbriccoli. Il processo si fonda sulle dichiarazioni del pentito Marco Schiavi, secondo il quale la banda avrebbe avuto nel suo raggio d'azione politici di primo piano e star dello spettacolo, che per altro hanno smentito le sue affermazioni.