Manifestazione antirazzista, cori choc anche contro le vittime di Nassiriya

Una frangia del corteo inneggia alle foibe. Insulti anche alle troupe televisive

Il corteo

Il corteo

Macerata, 11 febbraio 2018 - L’altra faccia della manifestazione antirazzista è quella che ha visto protagoniste alcune frange del corteo che ieri ha sfilato per Macerata. Poche decine di persone che con i loro cori hanno macchiato una piazza del tutto pacifica. «Foibe, foibe», hanno urlato saltellando, prima di parafrasare una canzone di Raffaella Carrà: «Ma che belle son le foibe da Trieste in giù». I cori choc sono arrivati, peraltro, proprio nel Giorno del ricordo, istituito alcuni anni fa per rendere omaggio alle vittime di Tito. Lo stesso gruppo di manifestanti non si è fatto mancare l’oltraggio alle vittime, per lo più carabinieri, dell’attentato contro gli italiani in Iraq nel 2003. «A Macerata fa freddo e piove – hanno ripetuto in coro in più occasioni –, a Nassiriya fa meno 19 (il numero dei morti, ndr)».

Non sono mancate le provocazioni nei confronti di carabinieri e poliziotti: insulti, cori irridenti e gesti osceni. I militari che presidiavano il centro da sopra le mura sono stati presi a male parole e invitati a buttarsi nel vuoto, mentre cicche di sigarette sono state lanciate contro alcuni uomini della Digos. Insulti e diti medi alzati hanno poi salutato tutti passaggi dell’elicottero della polizia che ha sorvolato il corteo. Nel repertorio di questo gruppo di manifestanti anche i cori «Dieci, cento, mille Acca Larentia» (il riferimento è ai due militanti del Msi assassinati nel 1978) e «Fascisti carogne, tornate nelle fogne». Quindi slogan in cui si incita a «bruciare i fascisti e le loro sedi».

Nel corso della manifestazione si sono registrati momenti di tensione con i giornalisti, tra i bersagli preferiti di una fetta di manifestanti. Un cameraman del Tg1 è stato preso a male parole da un ragazzo toscano. «Levati dai c... – gli ha urlato con fare minaccioso –, sei qui solo per alimentare il terrore per procura. Servo del governo». Insulti anche a un operatore di èTv: «Che bel lavoro di m... lavorare per la televisione». Hanno sollevato qualche polemica le foto che immortalano decine di manifestanti intenti a urinare su una porzione del muro esterno dello Sferisterio. In viale Leopardi, in circostanze da chiarire, è stato rotto il vetro di una finestra: accertamenti sono stati svolti dalla polizia.