Pamela Mastropietro, trovata saliva sul corpo della ragazza

L’ipotesi choc della procura: la diciottenne violentata e strangolata

Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro

Macerata, 15 febbraio 2018 - Una traccia di saliva sul seno di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana fuggita dalla Pars di Corridonia e piombata in un incubo. Questa piccola traccia, insieme ad altri indizi, fanno pensare ai consulenti medico legali della procura che la ragazza abbia subito una violenza sessuale prima di essere uccisa. L’ipotesi preliminare attende ancora le conferme dalle analisi dei tessuti mandati a Roma. I risultati si conosceranno ormai tra poco, ma intanto i medici legali Mariano Cingolani, Dora Mirtella e Roberto Scendoni hanno fatto una prima valutazione, sottoposta ieri dalla procura al giudice per le indagini preliminari nel chiedere la misura cautelare per i tre fermati.

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La traccia di saliva sul seno fa pensare (FOTOa una violenza sessuale, indizio che si legherebbe anche al fatto che dal corpo mancano piccoli frammenti di pelle dalla zona del bacino: una operazione che si potrebbe spiegare con la volontà di eliminare possibili tracce di un abuso. Il fatto invece che manchino altri piccoli frammenti dal collo potrebbe far supporre che sia stata strangolata, anche perché la lingua era incastrata tra i denti, come avviene nei casi di soffocamento. Infine, gli accertamenti hanno concluso che il colpo alla testa e le coltellate al fegato sarebbero arrivati quando lei era ancora viva. Se anche la perizia tossicologica del professor Rino Froldi – ormai quasi ultimata – confermerà che non c’è stata alcuna overdose, sebbene la ragazza abbia al braccio il segno di una iniezione, sarà dimostrato che la diciottenne è stata uccisa.

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A chi appartiene però la saliva trovata su di lei, e gli altri campioni di materiale biologico che i consulenti sono riusciti a isolare sui poveri resti della ragazza, malgrado il trattamento accurato con la candeggina? Per rispondere a questa domanda, i carabinieri del Ris hanno prelevato campioni di saliva da tutti gli indagati e anche dalla ragazza, per ricostruire il Dna e confrontarlo. Sono esami a questo punto determinanti, per ricostruire i fatti e le responsabilità, su cui i quattro finiti sotto inchiesta continuano a negare qualsiasi coinvolgimento.

Intanto i carabinieri di Macerata continuano a sentire testimoni e persone informate sui fatti, per ricostruire un quadro quanto più preciso possibile di quei giorni, dei movimenti del gruppo, dei loro passi. Il primo fermato, Innocent Oseghale, incastrato da chi lo ha accompagnato a portare i trolley a Pollenza, da chi lo ha visto con Pamela la mattina di martedì, e poi a comprare la candeggina quel pomeriggio, ha intanto ritenuto di cambiare avvocato; ora è difeso da Simone Matraxia.