Palloncini e moto per l’addio a Nicolò Ceselli: «Sei il nostro guardiano»

Tolentino, il 16enne è morto domenica dopo un tragico incidente

Palloncini all’uscita del feretro (foto Paolo Biancofiore)

Palloncini all’uscita del feretro (foto Paolo Biancofiore)

Tolentino (Macerata), 8 giugno 2017 - «Nicolò scoppiava di vita. E adesso sta già compiendo piccoli miracoli, questi giorni si sono riavvicinate persone che non si parlavano da anni. Non compiangetelo quindi, ma usatelo. E’ parte di noi. Grazie Nico». Sono le parole dello zio di Nicolò Ceselli, il 16enne di Tolentino morto domenica nel tragico incidente in contrada Rosciano, mentre faceva un giro sulla Husqvarna 125 insieme ad un’amica.

L’intervento dello zio Cristiano ha commosso il mare di persone che ieri ha salutato il ragazzo nella chiesa dello Spirito Santo. Migliaia di ragazzi erano lì per lui, con i palloncini bianchi, in sella ad una moto, in lacrime e in lungo applauso, indossando magliette con il suo volto, alzando gli striscioni sulle note di «A parte te» di Ermal Meta.

«Sempre sarai nella tasca destra in alto», recita la canzone, perché Nicolò avrà sempre un posto speciale nel cuore degli amici di Tolentino e Caldarola, nella squadra di calcio del Caldarola, nei compagni di classe e della parrocchia, nei piccoli e nei grandi che lo hanno conosciuto. Era quel tipo di ragazzo che salutava tutti con un bacetto sulla guancia, che aveva sempre il sorriso con sé, che c’era comunque, dalle notti in tenda – ricordano gli amici - alle merende col salame piccante, dalle serate divertenti ai momenti del bisogno. Era una persona buona, dipinta ieri come «mattacchione» e come «campione».

«Sei il nostro angelo guardiano – gli dice Genny, la catechista che poco tempo fa l’aveva preparato per la cresima -. Hai anticipato il destino di tutti, ora accompagnaci da lassù. Una ragazza mi ha detto che ora, dopo quello che ti è successo, vuole iniziare a prendere la vita sul serio. Continua a fare miracoli». La zia Manuela spera di trovare un senso, paragonando la vita ad una partita di calcio, con delle regole da accettare. «Tacere e pregare. Nicolò era pronto, maturo più di tanti grandi – dice don Andrea Leonesi, che ha celebrato la messa (il vescovo Marconi era a Roma) -. Se n’è andato il giorno della Pentecoste, bisogna credere nella Resurrezione». E di fronte a questo dolore immenso, babbo Fabrizio e mamma Maura hanno ringraziato tutti, scoprendo quante persone volessero bene al loro unico figlio. Le moto in corteo, con lo striscione «insegna agli angeli la passione per le due moto» e le campane a festa hanno accompagnato Nico al camposanto dove, per sua volontà, è stato messo sotto terra. Ha portato con sé, per la «nuova vita», il casco, la maglia nella nazionale indossata da Tizi, e tanti regali degli amici.