Omicidio di Pamela Mastropietro, i due nigeriani restano in carcere

Convalidati i fermi di Desmond Lucky e Lucky Awelima. Il direttore dell'associazione che accolse Desmond: "Non frequentava i corsi d'italiano"

Pamela Mastropietro aveva 18 anni

Pamela Mastropietro aveva 18 anni

Macerata, 14 febbraio 2018 -  Restano in carcere Lucky Desmond, 22 anni, e Awelima Lucky, 27, gli altri due nigeriani fermati (FOTO) per l’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro. Stamattina in tribunale, a Macerata, i due sono comparsi per l’udienza di convalida dei fermi davanti al gip Manzoni. Per entrambi sono state confermate le accuse di omicidio volontario in concorso, vilipendio e occultamento di cadavere.

Awelima Lucky si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Lucky Desmond ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda.

L’ingresso del tribunale era presidiato da un cordone del reparto mobile della polizia di Stato (FOTO). I controlli hanno coinvolto anche avvocati e quanti altri dovevano entrare in tribunale.

Pamela pugnalata quando era viva - Il corpo sezionato in terrazzo

Lucky e Awelima sono stati portati a Macerata dal carcere di Montacuto a bordo di un automezzo della polizia penitenziaria.

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Omicidio di Pamela, c'è un quarto indagato

CHI E' LUCKY DESMOND - Lucky Desmond non aveva voglia di seguire i corsi di italiano, e partecipava poco alle attività del progetto d’accoglienza. Non era integrato con gli altri e tendeva a frequentare i suoi giri e a farsi i fatti suoi. Desmond, 22 anni, nigeriano, uno dei quattro indagati per il massacro di Pamela, era ospite dell’associazione Perigeo finché non è stato fermato dai carabinieri, sabato scorso.

Originario di Benin City, Edo State (nel Sud Ovest del Paese), come gli altri due nigeriani in carcere, Desmond si era poi trasferito più a Nord, a Kaduna; era arrivato in Italia con gli sbarchi ed era stato accolto dalla Onlus, inviato dalla Prefettura, dall’estate scorsa.

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"Desmond è, o forse è il caso di dire era – dice Giorgio Conconi, direttore della Perigeo –, in fase di richiesta d’asilo, la sua domanda era all’esame della Commissione territoriale. Abitava in via dei Velini, insieme ad altre cinque persone. Ovviamente ora abbiamo lasciato quell’appartamento, li abbiamo ridistribuiti in altre case che avevamo già in affitto per gli altri migranti. Desmond io non lo conoscevo, o almeno non lo ricordo, l’avrò visto una volta – sottolinea Conconi –, l’unica volta che ci ha dato problemi è stato quando i coinquilini si sono lamentati perché stava fumando in casa. Nei nostri appartamenti c’è infatti la regola per cui non si può né bere né fumare. Per il resto, non era uno che si faceva notare. Frequentava saltuariamente il corso di italiano e tendeva a farsi gli affari suoi. Di certo noi non possiamo fare più di tanto per controllarli, non abbiamo nessun potere".

Per quanto riguarda la possibilità che dietro il gesto di fare a pezzi il corpo di Pamela ci sia un rito voodoo (in Nigeria juju), il direttore della Perigeo sottolinea che "non credo che i riti c’entrino nulla. Penso che semplicemente volessero sbarazzarsi del corpo, infatti erano andati a cercare l’acido".

Desmond tra l’altro era il compagno di stanza di Mohamed Tourè, uno dei feriti nella sparatoria di Luca Traini, il più grave, ora ricoverato a Torrette: nel Mali lavorava come custode del bestiame, nel 2012 va in Libia dove lavora come giardiniere, arriva a Macerata nel giugno scorso e viene affidato all’associazione, dove partecipa attivamente ai corsi di italiano e alle altre attività. È impiegato in un’azienda agricola. "Speriamo che si rimetta al più presto – sottolinea Conconi –, e che possa avere il permesso di soggiorno. Un grazie speciale ai due agenti della squadra antidroga che si sono trovati per caso, in borghese, nel luogo dov’è stato colpito e gli hanno salvato la vita".

c.g.

Il procuratore: le indagini non sono concluse - L'antropologo: i riti voodoo non c'entrano

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