Omicidio di Pamela Mastropietro, la telefonata di Innocent. "La ragazza sta male"

Anyanwu, il quarto indagato. "Mi hanno chiesto aiuto, ma io non ho detto nulla". Il gip. "Desmod ha portato il secondo trolley"

Desmond Lucky, uno degli indagati per la morte di Pamela

Desmond Lucky, uno degli indagati per la morte di Pamela

Macerata, 15 febbraio 2018 - «Una ragazza si è sentita male, cosa dobbiamo fare?». Questa telefonata sarebbe partita dalla mansarda degli orrori martedì verso Anthony Anyanwu, il quarto nigeriano indagato per l’omicidio di Pamela Mastropietro. L’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Cognini, è stato sentito nella caserma dei carabinieri venerdì notte e, a detta degli inquirenti, sebbene abbia detto qualcosa di quella giornata non sta ancora davvero collaborando con le indagini.

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A quanto sembra, il nigeriano sarebbe una specie di figura di riferimento per la comunità nigeriana, a cui gli immigrati in città si rivolgerebbero per risolvere problemi di varia natura. Anyanwu – rintracciato sempre grazie alle analisi sul cellulare di  Innocent Oseghale, il primo fermato per l’omicidio – ai carabinieri ha detto di aver ricevuto quella chiamata, ma di non aver voluto interessarsi dei problemi dei suoi conoscenti con quella giovane. Poi però dopo un po’ sarebbe stato richiamato, e gli sarebbe stato detto che la ragazza si era ripresa ed era tutto a posto. Questa testimonianza andrebbe a collocare gli indagati nella mansarda di via Spalato alle prese con una giovane in difficoltà, sebbene praticamente tutti – compreso Innocent Oseghale, che lì abitava e lì ha ammesso di aver portato Pamela, dopo averla incontrata ai giardini – dicano di non esserci stati quel tremendo pomeriggio.

Le indagini proseguono anche attraverso la raccolta di numerose testimonianze, in parte già prese. Ieri pomeriggio i carabinieri sono andati alla Eurobet per sentire il titolare: quel locale era frequentato dagli indagati, e Desmond ad esempio ha dichiarato di conoscere Oseghale solo per via delle scommesse giocate lì, in quello che sarebbe un punto di ritrovo per gli immigrati.

Sul quarto indagato, l’avvocato Cognini ha dichiarato di essere certo di poter dimostrare la sua assoluta estraneità alla vicenda, e di attendere per questo con fiducia i risultati delle indagini tecniche in corso. Il procuratore Giovanni Giorgio ha smentito che stia collaborando con gli inquirenti, così come ha smentito categoricamente le piste dei riti voodoo o anche le ipotesi di coinvolgimento della mafia nigeriana, della quale per ora nulla sarebbe emerso nel corso degli accertamenti.

La vicenda resta comunque tanto oscura quanto inquietante. Chi ha ucciso Pamela Mastropietro ha infierito sul suo corpo in maniera feroce, ingiustificabile anche con la volontà di cancellare le tracce del delitto. Tracce che per altro, malgrado la competenza e l’impegno impiegati, sarebbero comunque rimaste.

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Per non parlare della scelta di lasciare sul bordo di una strada i due trolley, un gesto che all’inizio aveva fatto pensare alla volontà che il corpo venisse ritrovato, come se fosse un segnale, ipotesi che però è ben presto tramontata visto che qui non ci sono elementi che facciano pensare alla volontà di mandare messaggi minatori a chicchessia.

Intanto si iniziano a ricomporre alcuni pezzi del puzzle: il secondo trolley sarebbe stato portato da Desmond Lucky: lo conferma uno dei quattro 'coinquilinì del 22enne nigeriano indagato. Secondo indiscrezioni, sarebbe uno degli elementi che il gip di  Macerata pone alla base del provvedimento di convalida del fermo del giovane, indagato per concorso in omicidio volontario, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere, spaccio. L'altra valigia era quella rossa e blu con la quale Pamela si era allontanata il 29 gennaio dalla comunità di recupero Pars di Corridonia.

Nell'ordinanza del Gip viene nominata a sostegno della decisione di fare restare in cella Desmond Lucky e Lucky Awelima anche motivi di ordine pubblico.

MACERATA IN PIAZZA IL 18 FEBBRAIO - Appena otto giorni dopo il corteo contro il fascismo e il razzismo di sabato scorso, che ha suscitato non poche polemiche, Macerata scende in piazza il 18 febbraio, per una manifestazione, questa volta promossa dal Comune. "Macerata è libera. Non violenta, antirazzista e antifascista" è il titolo dell'iniziativa. La partenza è alle 9:30 in piazza della Libertà, poi il corteo sfilerà senza bandiere, ma con striscioni e cartelli che richiamano la Costituzione per le vie del centro fino al Monumento ai Caduti in piazza della Vittoria, dove verranno letti i 12 principi fondamentali della Costituzione Italiana e verrà intonato l'Inno nazionale. Una riappropriazione simbolica del Monumento e dei valori del tricolore dopo il saluto fascista di Traini.

Al corteo hanno aderito moltissime sigle tra cui Anpi, Anci, Unimc, Unicam, Pd, Arci, sindacati, sarà la la prima tappa di un percorso che passerà anche attraverso scuole, musei, biblioteche.