Omicidio di Pamela Mastropietro, "Altri due uomini con Innocent"

Ora spunta la testimonianza di un 20enne. Verifiche sul trolley

L'arrivo in tribunale di Innocent Oseghale

L'arrivo in tribunale di Innocent Oseghale

Macerata, 17 febbraio 2018 - Un testimone avrebbe visto Innocent Oseghale nella sua mansarda con altri due uomini, la mattina del 30 gennaio, ma tra loro non ci sarebbe stato Lucky Desmond, anche lui in carcere – con Awelima Lucky – per l’orrendo omicidio della diciottenne romana Pamela Mastropietro. Un nuovo elemento spunta dalle indagini in corso per fare luce sul delitto, che ha ancora molti punti oscuri. Si tratta di un ventenne della Guinea, nei giorni scorsi fermato per spaccio ai giardini. Il ragazzo, nei giorni scorsi, avrebbe incontrato una volontaria della Perigeo, l’associazione che ha in carico Desmond, e le avrebbe detto di essere andato nella mansarda di Oseghale proprio il martedì mattina nel quale sarebbe avvenuto l’omicidio. «Ero andato a casa sua per lavarmi – le avrebbe detto lui, che dorme in tenda a Fontescodella – e l’ho trovato con altri due nigeriani». La donna gli avrebbe mostrato una fotografia di Desmond, chiedendogli se ci fosse anche lui. Ma il guineano avrebbe negato, dicendo di conoscere bene Desmond e di averlo visto più volte con Oseghale, ma non quel giorno nella mansarda. La donna ha poi riferito questo elemento ai carabinieri, che hanno subito interrogato il guineano.

A loro però il ventenne ha dato una versione un po’ diversa: la mattina del 30, ai giardini, avrebbe visto Oseghale e una ragazza simile a quella poi trovata uccisa, in passato lo avrebbe visto spesso con Desmond, ma della mansarda con altri due uomini non avrebbe più parlato. C’è tuttora in corso una massiccia attività di indagine da parte dei carabinieri, per sentire quanti più testimoni possibile e poi perfezionare al massimo il quadro dell’accusa. Da una rivista è stata acquisita la fotografia di Oseghale con un trolley simile a uno dei due dove erano i resti della ragazza, a Casette Verdini. E un altro immigrato sarebbe stato fermato ieri, dalle parti del campo dei Pini, per chiarire alcuni aspetti importanti in particolare proprio su questo secondo trolley; il primo, come noto, era della ragazza. Un testimone aveva attribuito questa valigia a Desmond Lucky, «ma il suo ruolo è ancora da chiarire – dichiara l’avvocato Gianfranco Borgani –. Siamo sicuri che sia proprio lui quello andato con Oseghale a comprare l’acido, prendendo poi la candeggina? Il testimone è davvero certo?».

C’è poi l’aspetto delle telefonate fatte da Desmond tra le 12 e la mezzanotte di martedì. «Novanta chiamate fatte a plurimi soggetti e senza significativi periodi di silenzio sono una anomalia – scrive il giudice per le indagini preliminari Giovanni Manzoni nella convalida dei fermi – da un soggetto reduce da un omicidio e intento a effettuare o adiuvare una traumatica attività di sezionamento di una ragazza». Invece Oseghale «tra le 18.49 e le 22.08 non effettua nessuna telefonata – si legge sempre nell’ordinanza – e risponde soltanto a una chiamata di Awelima». In quel lasso di tempo Pamela sarebbe morta e poi il suo corpo sarebbe stato fatto in pezzi. La telefonata di Oseghale: "La ragazza sta male"

 

 

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