Omicidio di Pamela Mastropietro, dalle indagini emerge come funziona lo spaccio a Macerata

Minacce e violenza sarebbero alla base di un’organizzazione ben strutturata. I migranti vengono reclutati per vendere droga in strada

AL LAVORO I carabinieri stanno indagando sulla morte di Pamela (Calavita)

AL LAVORO I carabinieri stanno indagando sulla morte di Pamela (Calavita)

Macerata, 18 febbraio 2018 - Una piramide che sta in piedi grazie alle minacce e alla violenza. È un quadro inquietante quello che sta emergendo sullo spaccio in città nel corso delle indagini sullomicidio di Pamela Mastropietro. Un sistema feroce che di sicuro non viene applicato solo qui, e che si rivela efficacissimo e micidiale. Nei giorni scorsi, il procuratore capo Giovanni Giorgio ha escluso tassativamente che dalle indagini stessero emergendo collegamenti con la mafia nigeriana, una organizzazione ben definita, con caratteristiche precise che non sono presenti ogni volta che un gruppo di nigeriani è dediti alle attività malavitose.

Ma una forma di organizzazione ben strutturata emerge nettamente nel corso delle indagini in città, che hanno riguardato non solo i quattro accusati dell’omicidio, ma moltissimi immigrati arrivati a Macerata anche da altre zone dell’Africa.

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A quanto sembra, chi si ritrova qui senza casa e senza niente di che vivere, finisce nelle mani di questa struttura, che gli offre un tetto, più o meno provvisorio, cibo e anche soldi, a una sola condizione: spacciare ogni tipo di stupefacenti. L’alternativa sono la fame, in alcuni casi anche le minacce rivolte sia ai soggetti che sono qui, sia ai familiari rimasti in patria. Il sistema di violenza è lo stesso con cui da anni le donne vengono portate in Europa e costrette a prostituirsi, in alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda i nigeriani, anche con la minaccia del voodoo, riti antichi e spaventosi, che fanno credere alle donne che loro stesse o i loro cari possano subire disgrazie immani, se non la morte, nel caso di una loro ribellione.

Le indagini sull’omicidio di Pamela hanno escluso anche che possa entrarci qualcosa il voodoo, ma la ferocia che fonda i rapporti tra i vari soggetti è evidente e allarmante. Ed è in quella ferocia che gli inquirenti vedono la matrice dell’accanimento sul cadavere della sfortunata diciottenne, mutilato in parte, si pensa, per cancellare le tracce della violenza, ma in parte senza alcun motivo se non la crudeltà. Le indagini sono serrate per chiarire come funzioni questa piramide dello spaccio, e chi sia ai livelli di vertice, e ogni volta arrivano rivelazioni sempre più preoccupanti.

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