Parima, degrado e incursioni notturne nel panificio abbandonato

Stabilimento chiuso dal luglio 2013: ecco quel che resta

Parima, degrado e incursioni notturne nel panificio abbandonato

Parima, degrado e incursioni notturne nel panificio abbandonato

Macerata, 16 marzo 2017 - Quello che rimane a raccontare una grande storia, nata a Macerata nel 1969 e poi improvvisamente interrotta da un giorno all’altro senza troppe spiegazioni, è solo l’insegna sulla porta principale: Parima, con accanto il disegno di un fornaio che riporta alla mente i quintali di pane sfornati nell’ex azienda di contrada Mozzavinci. Oggi, a tre anni e mezzo di distanza da quando il 14 luglio 2013 i 21 dipendenti trovarono i cancelli chiusi, segno inequivocabile che l’azienda stava mandando tutti a casa, quello che rimane dell’ex panificio è uno scheletro abbandonato nel degrado. La struttura è in balìa delle erbacce e di chi, anche con la complicità del buio, si è divertito a rompere diverse finestre lanciando qualche sasso o usando uno dei tanti rami spezzati che si trovano nel cortile.

I frigoriferi, i mobili e i furgoni che erano rimasti abbandonati fuori dalla struttura, subito dopo la chiusura, sono stati rimossi e anche all’interno sarebbe rimasto ben poco, visto che molti macchinari furono portati via poco prima della dichiarazione di fallimento dell’azienda, arrivata nel novembre 2013. E, l’ultimo atto nella storia della Parima è andato in scena l’anno scorso, quando due amministratori dell’ex panificio erano finiti sotto processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta, proprio per la sottrazione di clienti e materiali alla curatela fallimentare che sta gestendo i beni della società dal giorno del crac. Ma i locali vuoti fanno ‘gola’ a molti e, come segnalano alcuni residenti, di notte si vedono auto andare verso l’ex panificio. E, nonostante i lucchetti sui cancelli principali, la rete laterale è stata rotta creando un passaggio da cui è possibile avvicinarsi alla struttura. 

E c'è chi ha avuto vita facile anche nell’entrare all’interno, dove tra chili e chili di pane abbandonato da quel fatidico 2013 e che magari avrebbe potuto essere regalato a chi ne aveva bisogno, si è divertito a imbrattare i muri con scritte e disegni di ogni tipo. Anche l’ultimo baluardo dell’ex panificio poi starebbe per sparire, visto che i due grandi forni al primo piano sarebbero stati acquistati per essere demoliti e ricavarne pezzi di ferro.