Scambio di foto hard su Whatsapp, a 11 anni nella rete dell’orco

Denuncia di una madre: scatta l’indagine della polizia postale

Sui social i finti profili (foto d'archivio)

Sui social i finti profili (foto d'archivio)

Macerata, 26 marzo 2017 - Una bambina non ancora dodicenne nelle grinfie di un pedofilo, che non avrebbe esitato a farsi mandare foto di lei senza vestiti. Su questo sta indagando la polizia postale, dopo la denuncia di una mamma. La donna – residente nel Maceratese – aveva notato che la figlia scambiava spesso messaggi con qualcuno. Così, forte del dialogo con lei, le ha chiesto cosa stesse facendo. E con l’ingenuità tipica di quell’età, la piccola le ha fatto vedere cosa stesse facendo. La madre si è trovata davanti una chat a cui non poteva credere, una conversazione oltremodo esplicita incentrata sul sesso, nella quale lo sconosciuto si lasciava andare ad espressioni volgari, ma anche la bimba mostrava di essere in grado di rispondere a tono.

Inoltre, i due si erano scambiati delle foto: lo sconosciuto, infatti, adulando la piccola con complimenti e gentilezze, l’aveva convinta a mandargli delle foto con e senza vestiti, mentre lui aveva contraccambiato inviando le immagini mentre si masturbava. La bambina aveva conosciuto l’uomo attraverso una chat di Whatsapp, il sistema di messaggistica che aveva sul cellulare. I due poi avevano fatto amicizia, e la cosa era degenerata. La piccola aveva detto di avere 13 anni all’interlocutore, anche se dalle foto si capisce benissimo che non ha ancora neppure quell’età.

Di fronte a questa scoperta, la mamma ha chiesto subito aiuto alla polizia postale. Le indagini sono partite e hanno già rintracciato l’intestatario del telefono – si tratta di una persona residente fuori regione –, ora però si tratta di capire se fosse l’intestatario del numero o qualche altro a usarlo; dalle foto non si riesce a capire nulla dell’uomo, e non è detto neppure che siano foto sue. Alla mamma è toccato il compito di fare capire alla figlia quanto fossero inopportuni quegli scambi, che per lei erano gratificanti, e nei quali non aveva visto nulla di morboso.

Purtroppo non è il primo caso del genere che si verifica in provincia, ma questa volta colpisce l’età davvero giovane della protagonista. A rendere possibile questo fenomeno sono da un lato la facilità con cui bambini e adolescenti entrano in possesso di strumenti informatici con grandissime potenzialità, nel bene e nel male, e dall’altro l’ipersessualizzazione delle bambine, esposte a immagini che non possono ancora interpretare, e che le portano a sottovalutare atteggiamenti e gesti su cui invece ci vorrebbe più consapevolezza.