Tolentino, giallo Renata Rapposelli. L'ipotesi: gettata viva nel dirupo

Nuovi elementi dall’analisi del cadavere: placca sul polso come la pittrice anconetana

Renata Rapposelli, pittrice anconetana

Renata Rapposelli, pittrice anconetana

Ancona, 13 novembre 2017 - Ha una placca metallica al polso il corpo trovato venerdì pomeriggio in contrada Pianarucci, a Tolentino (FOTO). E nel 2014 Renata Rapposelli era stata ricoverata per la lussazione di un polso. È un altro dei tasselli che hanno convinto gli inquirenti del fatto che si tratti della pittrice anconetana. E il sospetto angosciante, in una vicenda già inquietante, è che la donna possa essere stata buttata nella scarpata ancora viva.

A fare ipotizzare questo è il fatto che il corpo è stato trovato in posizione fetale, rannicchiato, come se la donna avesse cercato in qualche modo di difendersi, non potendo muoversi dall’inferno in cui era caduta. La scarpata che finisce nel fiume Chienti è ripida e piena di rovi, difficile da raggiungere anche per i carabinieri e i vigili del fuoco, che sabato mattina hanno recuperato la salma, in avanzato stato di decomposizione. Le indagini proseguono a ritmo serrato per capire come sia arrivata in quel luogo e chi ce l’abbia portata.

I controlli con il metal detector nell’area purtroppo non hanno aiutato le indagini: non sono stati trovati il cellulare o altri oggetti. Ma alla figlia sono state mostrate le fotografie di alcuni effetti personali trovati sul cadavere: un orologio Just Cavalli, molto colorato e con le perline, la collana con il Tau, la croce di San Francesco, e un ciondolo con una Madonnina. Il Tau e il ciondolo sarebbero stati riconosciuti come appartenenti a Renata Rapposelli.

Anche i vestiti, in particolare le scarpe Adidas rosa, sarebbero le sue. Infine, una ciocca di 40 o 50 capelli lunghi sarebbero compatibili con quelli della scomparsa. Ma la certezza al cento per cento arriverà dall’esame del Dna, che sarà disposto oggi dal sostituto procuratore Enrico Riccioni.

Il confronto sarà fatto con campioni di tessuti della pittrice presi nella sua casa in via della Pescheria ad Ancona. Nel giro di tre o quattro giorni arriveranno i risultati. Oggi sarà esaminata anche la mandibola della salma, poi si farà l’autopsia. Se sarà confermato che il corpo è quello di Renata Rapposelli, all’autopsia potranno partecipare – con un proprio consulente – l’ex marito e il figlio della donna, Giuseppe e Simone Santoleri, già indagati dal sostituto procuratore di Ancona Andrea Laurino per omicidio e sottrazione di cadavere; un fascicolo analogo ora è stato aperto dalla procura di Macerata.

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Le indagini proseguono anche con l’analisi dei tabulati telefonici (sono stati sequestrati cinque cellulari a marito e figlio della pittrice) e delle telecamere della zona, per ricostruire i movimenti dei vari soggetti, da via Galilei a Giulianova, dove vivono padre e figlio, fino a Tolentino, dove è stato trovato il cadavere, e a Loreto, dove i due uomini hanno detto di avere accompagnato in auto la donna, che voleva fermarsi a dire una preghiera.

Padre e figlio intanto domani saranno sentiti dal sostituto procuratore Laurino, per dare una loro versione circa le ultime ore di vita della donna. Sono stati loro infatti gli ultimi a vederla viva, e sono loro che devono chiarire cosa sia successo. Entrambi, difesi dagli avvocati Alessandro Angelozzi e Gianluca Carradori, hanno detto di non aver idea di cosa possa esserle successo da quando l’hanno portata a Loreto.

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