Macerata, sciopero dei medici. "Cancellati oltre cento interventi"

La protesta negli ospedali: garantiti solo i casi d’emergenza

In corsia (immagine di repertorio)

In corsia (immagine di repertorio)

Macerata, 12 dicembre 2017 - Contratto fermo da otto anni, sempre più tagli e meno risorse, con conseguenze pesanti per i cittadini, specie i meno abbienti, compensi irrisori rispetto al servizio richiesto. Sono questi i motivi di fondo dello sciopero nazionale dei medici ospedalieri (oltre 500 nell’Area vasta 3) che, urgenze a parte, farà saltare un centinaio di interventi programmati negli ospedali del nostro territorio. La protesta dei camici bianchi è stata promossa da tutti i sindacati (Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Fvm Federazione veterinari e medici, Fassid (Aipac-AupI-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici Uil Fpl Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria), compatti nel chiedere al governo un netto cambio di rotta. «Questo è il primo di una serie di scioperi, visto che se non saremo ascoltati, ne attueremo periodicamente uno ogni 15/20 giorni», sottolinea il dottor Giorgio Tombesi dell’ospedale di Macerata, responsabile provinciale Anaao (Associazione nazionale aiuti e assistenti ospedalieri. 

«Domani (oggi, ndr) ci sarà una manifestazione ad Ancona e a Roma per chiedere il rinnovo del contratto fermo da otto anni, ma anche più risorse per rispondere alle esigenze dei pazienti, tenuto conto che, pezzo dopo pezzo, si tolgono parti di sanità, colpendo soprattutto le fasce più deboli. Nella legge di bilancio hanno previsto una cifra d’aumento irrisoria, che non copre minimamente la svalutazione subita negli ultimi otto anni». «Il contratto è fermo al 31 dicembre 2009, abbiamo perso il 10% del potere d’acquisto, 25mila euro a medico, i tagli alla sanità sono continui. Nonostante ciò abbiamo sempre garantito servizi di eccellenza, il nostro servizio sanitario funziona, come certificato da più parti da organismi europei e internazionali. A fronte di questo il governo ci offre briciole, un aumento di 80 euro lordi mensili», incalza il dottor Marco Chiarello, primario di anestesia a Camerino e responsabile regionale dell’Aaroi (Associazione fra gli anestesisti ospedalieri italiani). 

«Per 12 ore di reperibilità notturna, cioè restare attaccati al telefono, pronti in ogni momento ad intervenire per eventuali urgenze, ci vengono corrisposti 23 euro lordi – prosegue Chiarello –. Anche per questo blocchiamo gli ospedali. E faremo periodicamente altri scioperi se il governo non ci ascolterà. Anche la Regione deve fare la sua parte. Diciamo che siamo un po’ arrabbiati. L’adesione, a quanto ho potuto rilevare, si attesta attorno all’80%, anche se molti medici saranno comunque al lavoro per garantire le urgenze». «Questo sciopero è molto importante», conferma la dottoressa Daniela Corsi, responsabile provinciale della Cimo (Confederazione italiana medici ospedalieri). «Un contratto bloccato da otto anni e tagli continui alle risorse per la sanità. Così non può continuare». I vertici dell’Area vasta, dal canto loro, hanno predisposto, come succede in questi casi, un piano di turni affinché siano garantite urgenza e sicurezza. Per il resto l’attività sarà ridotta al minimo.