Macerata, "Picchiata e segregata in casa". Scappa seminuda e chiede aiuto

Il compagno è stato arrestato, ora è a processo per violenza, sequestro e maltrattamenti

Una donna ha riferito di essere stata  segregata in casa dal compagno

Una donna ha riferito di essere stata segregata in casa dal compagno

Macerata, 19 luglio 2017 - Umiliata, trattata come una schiava, chiusa in casa e costretta a subire tutto dal compagno. È quanto avrebbe subìto una donna originaria dell’est da un cingolano di 49 anni, che ora si trova sotto processo accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni volontarie, sequestro di persona e violenza sessuale.

I fatti sarebbero avvenuti tra dicembre 2015 e aprile 2017, quando la situazione sarebbe esplosa: la donna, seminuda, sconvolta, era fuggita da casa chiedendo aiuto ai passanti, e poi ai carabinieri aveva raccontato l’inferno vissuto per mesi a causa, a suo dire, del compagno. Nella sua denuncia, lei ha riferito di essere stata continuamente insultata e offesa con vari epiteti; «schiava, devi fare quello che dico io sennò ti ammazzo», le avrebbe ripetuto il cingolano, che le avrebbe imposto i suoi comportamenti prevaricatori e minacciosi.

Più volte l’avrebbe anche picchiata, prendendola a calci e pugni, in una circostanza usando persino un deumidificatore che si era trovato a portata di mano. Accompagnata al pronto soccorso dai militari, aveva avuto una prognosi di 20 giorni dai medici, che avevano messo in evidenza anche altri segni sul corpo della donna. Lei aveva anche dichiarato di avere accettato di avere rapporti sessuali con lui nella speranza che così si calmasse e non infierisse più su di

lei. Inoltre la donna aveva riferito che per due giorni, ad aprile, il compagno l’avrebbe intrappolata in casa, chiudendo a chiave la porta e togliendole il cellulare, perché non potesse chiedere aiuto. Ma il 16 aprile lei, approfittando di un suo momento di distrazione, era riuscita a infilare la porta di casa e a scappare di corsa in strada, dove poi era stata soccorsa da alcuni passanti che l’avevano trovata del tutto fuori di sé.

L’uomo era stato subito arrestato, e da allora si trova in carcere. Nell’udienza di convalida dell’arresto non aveva dato alcuna risposta alle domande del giudice di Macerata, Domenico Potetti, per fornire la sua versione in merito alle accuse. Dunque, concluse le indagini dirette dal sostituto procuratore Enrico Riccioni, per lui è stato disposto il giudizio immediato. Ieri mattina in tribunale a Macerata, davanti al collegio con il presidente Claudio Bonifazi era prevista la prima udienza: lo sciopero di difensori ha fatto slittare il processo alla settimana prossima.