«Vendevano canali Sky e Mediaset pirata». Oscurati nove portali

Tra gli indagati anche un maceratese

Guardia di finanza

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Macerata, 28 giugno 2017 - C’è anche un uomo residente nel Maceratese tra i due indagati per aver venduto canali Sky e Mediaset pirata. L’inchiesta è stata condotta dalla Guardia di finanza di Cagliari.

Dopo l’operazione del marzo scorso e il conseguente oscuramento di 15 portali, utilizzati per ottenere l’accesso ai contenuti di Sky e Mediaset, si erano riorganizzati e avevano aperto altri nove portali e una piattaforma telematica per continuare a vedere, illegalmente, gli accessi alle tv a pagamento. Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Cagliari ha concluso la seconda parte dell’indagine «Pirate on demand» che a marzo aveva portato ad oscurare i portali. In questo caso sono stati sequestrati nove portali internet attraverso i quali era possibile accedere illegalmente ai canali Mediaset e Sky e bloccato la piattaforma. I dati venivano scambiati attraverso 89 server che in pochi mesi hanno veicolato 180mila gigabyte di film, eventi sportivi e prodotti televisivi.

Le indagini, iniziate nel settembre 2016 e coordinate dal pm Giangiacomo Pilia, hanno interessato le piattaforme che consentivano l’accesso abusivo ai canali. Venivano offerti contenuti pirata sia in modalità «streaming live», cioè in diretta, che in modalità «streaming on demand», fruibili, quindi, a richiesta degli internauti.

Due le persone indagate che avrebbero gestito le attività: un soggetto residente in provincia di Varese, ritenuto dagli investigatori l’amministratore commerciale della piattaforma illegale e un secondo residente nel Maceratese, che, in concorso con l’amministratore commerciale della piattaforma web investigata, avrebbe gestito tecnicamente i flussi per la fruizione dei contenuti illeciti e per l’approvvigionamento dei siti pirata. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati personal computer, decoders, tessere Sky, un Tvbox, carte ricaricabili Poste Pay, utilizzate per ottenere i pagamenti degli abbonamenti illegali, uno smartphone, un router, un tv encoder, una tv kplus. I due indagati sono accusati di violazione delle leggi sul diritto d’autore, frode informatica e contraffazione.