"Terrorizzata dall’ex". Ma il processo slitta

Stalking: giudice incompatibile, rinvio di un anno. Lei: «Che giustizia è questa?»

Una donna picchiata

Una donna picchiata

Macerata, 11 febbraio 2017 – Perseguitata dal suo ex, alla fine trova il coraggio e lo denuncia, per ben quattro volte. Ma ora il processo slitta di un altro anno. E lei ha paura. Emanuela (nome di fantasia), 40 anni circa, maceratese, è distrutta. «A che servono le campagne di sensibilizzazione sullo stalking – si chiede –, se poi al momento della denuncia si rischia di aspettare una vita prima che la legge intervenga contro chi perseguita una donna? Non mi sento tutelata, e ora temo ritorsioni da parte del mio stalker». La vicenda comincia quattro anni fa. Emanuela conosce lui, una cinquantina d’anni, maceratese, si mettono insieme, la storia va avanti, tra tira e molla, per circa sei mesi. Finché lei non decide di troncare.

«Ed è allora che è cominciato l’incubo – racconta –, non ha accettato che la nostra relazione fosse finita, ha iniziato a rovinarmi la vita. Ha creato due profili falsi con le mie foto, mandava insulti ai miei amici. E a nome mio adescava gli uomini. Nel contattarli, forniva agli sconosciuti ogni mio dettaglio personale, dal numero di targa all’indirizzo di casa alla data di nascita. Ovviamente forniva anche l’indirizzo del negozio, dove mi trovavo appunto questi uomini, che venivano a cercarmi convinti che fossi stata io a fissare un appuntamento e che mi approcciavano come fossi una prostituta. Poi – prosegue – mi ha bloccato la scheda del telefono, è riuscito a entrare pure nella mia posta elettronica. Un giorno si è perfino presentato in negozio. Non sapevo più cosa fare. E alla fine l’ho denunciato, ho preso la decisione quando addirittura mi sono trovata un uomo, sempre contattato da lui, davanti la mia roulotte. Poi hanno indagato e dall’indirizzo ip sono risaliti proprio al mio ex, di cui avevo sempre sospettato».

Il punto adesso è che il processo è stato rinviato di un anno. «Il rinvio – spiega il suo avvocato, Andrea Marchiori – è dovuto al fatto che il giudice assegnato al procedimento è stato trasferito, e adesso è stato riassegnato allo stesso giudice che aveva fatto da Gup, e quindi era incompatibile. E il rinvio, purtroppo, è molto lungo, considerando poi che nel frattempo non c’è nessun provvedimento cautelare per il presunto colpevole, e quindi chi denuncia non ha l’immediatezza della tutela. Più l’attività giudiziaria si allunga, più aumenta il timore della mia cliente che intanto possa subire ritorsioni da parte del suo ex. Così si rischia il paradossale, che chi non denuncia sbaglia e chi denuncia non ha tutele subito». «Io non vivo più tranquilla – dice Emanuela –. Ho paura di altre ritorsioni».