Montecassiano, studentessa morta nell'incidente, una folla commossa al funerale

Straziante addio alla studentessa morta in uno schianto frontale

Studentessa morta nell'incidente a Camerino, una folla commossa al funerale (Gabrielli)

Studentessa morta nell'incidente a Camerino, una folla commossa al funerale (Gabrielli)

Montecassiano (Macerata), 25 marzo 2017 - «Ci rincontreremo Francesca. E sarà per sempre. Perché l’amore supera la morte». Così don Luca Beccacece, nella chiesa della Collegiata di Montecassiano, ha detto durante il funerale di Francesca Neri de Mesquita, la ventenne che mercoledì mattina ha perso la vita in un incidente stradale a Camerino, dove frequentava l’università.

Ieri una folla commossa si è riunita per portare l’ultimo saluto alla tamburina del paese, «alla ragazza che illuminava tutto ciò che toccava – dice don Luca –. Ci chiediamo il perché di tutta questa sofferenza. E’ normale provare rabbia, dubbio, paura. Quanto accaduto è qualcosa di gigantesco, va oltre la comprensione umana. Domandiamo a Dio che ci doni di capire, perché davanti a un fatto simile possiamo disperarci, fuggire o accogliere l’invito a comprendere il senso della vita. Nella perdita di un figlio, c’è tutto il mistero dell’esistenza cristiana. Ricordiamoci che Cristo è risorto. I figli non sono destinati a morire, ma sono destinati all’eternità. Lei ora vede meglio di quanto vediamo noi. Francesca la rivedremo, e sarà per sempre. Nessun incidente potrà mai separarci da Dio». «Francesca sarà sempre uno dei fiori più belli della nostra comunità – così l’hanno ricordata gli amici –, quel sorriso radioso e quello sguardo luminoso resteranno con noi».

Le tamburine nelle preghiere ricordano quanta passione, quanto entusiasmo mettesse nel suonare il tamburo. Presenti in tantissimi anche dell’associazione Palio dei Terzieri. Inconsolabili i famigliari di Francesca, che lascia la mamma, il papà, le sorelle, i nipoti, il cognato.

«Non basterebbe un libro per raccontarti – ha detto una cara amica alla fine della messa –, e nessuna immagine potrà mai renderti giustizia. Quanto eri bella, fuori e dentro. Avevi sempre quel tuo sorriso stampato sul volto. Ci facevi ridere, nei momenti di sconforto, lo facevi alzandoti di scatto dalla sedia. E sei capace di farci ridere anche adesso. In queste ore così tristi, abbiamo ripensato a quando avevi regolato male la sveglia e sei arrivata a scuola con un’ora di anticipo. E quanto eri disordinata, andavi in giro con la maglietta al rovescio. Hai sparpagliato le tue cose in giro, tutte le cose che hai fatto per noi. Tranquilla, le custodiremo. Insistevi che ciascuno di noi dovesse migliorarsi. Perché tu eri forte, nel fisico e nell’animo». Un’amica ha accusato un malore durante la celebrazione, un lieve abbassamento di pressione, ed è stato necessario portarla via in ambulanza.