Terremoto, il dramma di una ristoratrice: "Nessuna notizia di mia madre"

I genitori di Lea D’Angelo vivono ad Amatrice: mio padre in salvo SPECIALE FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Case distrutte ad Amatrice

Case distrutte ad Amatrice

Macerata, 26 agosto 2016 - «Mio padre l’hanno estratto vivo dalle macerie di Amatrice». Della mamma, invece, ieri Lea D’Angelo non aveva ancora nessuna notizia. Ormai le speranze di trovarla viva sono ridotte al lumicino. La tragedia che ha colpito il centro Italia col terremoto che l’altra notte ha spazzato via diversi paesi arriva a toccare anche la minuscola frazione di Gualdo (Castelsantangelo sul Nera), appena venti abitanti, a cui d’estate si vanno ad aggiungere duecento turisti.

D’Angelo, sposata con Domenico Marzoli Capocci, con il marito e i due figli gestisce il ristorante pizzeria «Dell’erborista». Ma da due giorni, oltre alla grande paura per il terremoto, che a Gualdo ha fatto crollare diverse abitazioni, la famiglia di ristoratori si è trovata ad affrontare anche la scomparsa dei genitori di D’Angelo, che per tutto il tempo, da quando c’è stata la scossa fino alle 11 di mercoledì, ha tentato, invano, di contattare il padre e la madre, 70enni, residenti nel centro storico di Amatrice.

Finché non ha deciso di partire e andare sul posto, accompagnata dal marito e dai figli, per ottenere qualche notizia in più. «Sono disperata – dice la donna, in lacrime –, non so che fine abbiano fatto. È terribile stare qui e non sapere nulla. Devo partire». Poi, martedì sera, la notizia del ritrovamento del padre. «Mio cugino ha inviato una foto in cui si vede che lo estraggono vivo dalle macerie – spiega D’Angelo –. Mio padre sarebbe stato portato all’ospedale di Chieti, dove però abbiamo chiamato, e là non risulta nessuno col suo cognome. Ma io l’ho visto nella foto, quindi dovrebbe essere andato tutto bene. Di mia madre invece, purtroppo, non ho notizie».

Il padre è ricoverato in gravissime condizioni, ha passato circa 12 ore sotto le macerie. La famiglia di Gualdo racconta la scena terribile che si è trovata davanti una volta giunta ad Amatrice. Si arriva in macchina fino a tre chilometri prima, poi si prosegue a piedi. Ma in paese non si passa. «Ci hanno impedito di entrare in città – spiegano marito e moglie –, non si poteva passare. È soltanto un cumulo di macerie. Mi sono ritrovata lì, ai confini di quella che una volta era Amatrice, ad abbracciare le mie amiche che hanno perso i figli, altre i nipoti. Uno strazio. Una strage di bambini». Ieri sera, a causa di un altro crollo, D’Angelo non è riuscita a lasciare Amatrice per tornare a Gualdo.