Terremoto, primi sfollati nei container a Camerino

Dal palazzetto ai moduli. I commenti a caldo: "Finalmente abbiamo un tetto"

Italo Grasselli in uno spazio comune (Foto Conforti)

Italo Grasselli in uno spazio comune (Foto Conforti)

Camerino (Macerata), 3 gennaio 2017 - Ecco i moduli abitativi per gli sfollati di Camerino. Da ieri al via i primi trasferimenti nei prefabbricati allestiti dalla Protezione civile nell’area urbanizzata B di Vallicelle di Camerino, ad oggi l’unica città marchigiana ad avere la soluzione abitativa provvisoria in attesa delle casette di legno.

I posti letto sono destinati ai cittadini residenti che abbiano un’abitazione danneggiata in cui avevano dimora abituale e continuativa in proprietà, in affitto o abitata ad altro titolo nel territorio comunale e le domande per l’assegnazione scadranno il prossimo 12 gennaio. Nella giornata di ieri i primi trasferimenti, circa 25 le persone che dal centro di accoglienza allestito alle Calvie (nel quale stavano alloggiando ormai da due mesi) si sono spostate nel campo abitativo. E ad oggi sono 51 le domande giunte agli uffici comunali, su un totale di 117 posti disponibili.

«Rispetto al centro di accoglienza non c’è paragone – racconta il pensionato Italo Grasselli, che viveva in una casa in via Farnese che ha dovuto lasciare per inagibilità indotta dalla struttura affianco – qui stiamo al caldo, dormiamo su dei letti comodi, in camere separate. E ci sono ampi spazi per la quotidianità, come la mensa, un salone per stare insieme. Qui abbiamo tutto e di questo dobbiamo solo esserne grati. E se qualcuno si lamenta forse non ha ancora contezza del dramma che ci ha colpiti, ma prima gli consiglierei di venire a vedere con i propri occhi questo centro abitativo».

C’è contentezza negli occhi e nelle parole di chi da ieri sta allestendo le proprie camere e riempiendo gli armadi con ciò che è riuscito a recuperare da casa. Come Franca Caprodossi e Silvia Riccioni; la loro casa nella frazione di Mergnano San Savino è stata lesionata dalle scosse. «Abbiamo dormito due mesi alle Calvie – hanno raccontato –, ma appena abbiamo potuto abbiamo caricato la macchina con le nostre cose e ci siamo trasferite qui. Avere un letto comodo, forse la cosa più scontata nella normalità, oggi diventa un motivo di contentezza. In camera per adesso siamo solo noi due, ma se servirà stringersi per fare posto, ci adatteremo. È un momento difficile e dobbiamo venirci tutti incontro. E di certo di dentro, al caldo, abbiamo quello che ci serve».

I container sono suddivisi in locali ad uso privato da 3 o 4 posti letto e locali in comune wc e docce divisi tra uomini e donne, una grande area comune con tavoli, tv e divani ed una mensa dove da oggi saranno serviti i pasti. «Siamo contenti sia per il risultato che per le tempistiche – ha affermato il responsabile di Protezione civile, Massimiliano Borzetti – basti pensare che abbiamo iniziato a progettare tutto i primi giorni di dicembre, di concerto con la Regione e il Comune. Vediamo la felicità delle persone rispetto al disagio che stavano vivendo. Si procederà ora al completamento delle altre due strutture sempre a Vallicelle, per essere pronti al ritorno degli studenti universitari fra un paio di settimane».