Terremoto, la beffa delle casette

La lettera della Regione ai Comuni e alle Province: no a moduli in aree private. Ma il sindaco di Serravalle si rifiuta

La Regione Marche: no a moduli in aree private

La Regione Marche: no a moduli in aree private

Macerata, 17 dicembre 2016 - «Si invitano  i Comuni interessati dagli eventi sismici ad attenersi alla normativa statale in merito alle soluzioni alloggiative». Ergo, fate rimuovere casette e simili da giardini e aree private. Questa, una parte della lettera inviata dalla Regione qualche giorno fa ai sindaci e ai presidenti delle Province delle Marche, a firma dell’architetto Achille Bucci, dirigente Urbanistica, Paesaggio e Informazioni territoriali.

«Si fa presente – si legge – che sono attribuite alle Province le funzioni in materia urbanistica e in particolare i poteri di sospensione o demolizione di opere difformi dal piano regolatore generale e l’annullamento di concessioni e autorizzazioni comunali. L’esecuzione di opere edilizie in assenza del titolo abitativo previsto per legge configura il reato di costruzione abusiva». Nel testo si fa anche riferimento a un Comune che ha approvato «la localizzazione temporanea di manufatti fissi o mobili in aree di proprietà privata». Ma, si specifica, «iniziative di questo tipo oltre a non essere conformi al decreto legge 11 novembre 2016, rischiano di essere illegittime in quanto in contrasto con la vigente normativa urbanistico edilizia nonché in materia di tutela paesaggistica e ambientale».

Non l’ha presa bene Gabriele Santamarianova, sindaco di Serravalle del Chienti, epicentro del terremoto del ‘97. Qui si lavora senza sosta per far tornare la situazione alla normalità: sono 40 le famiglie fuori casa dopo la prima tranche di sopralluoghi. Qualcuno ha potuto far rientro a casa, ma molti dormono ancora nella palestra donata da Della Valle nel ‘99, mentre la scuola in centro, rimessa a posto dopo il sisma di vent’anni fa, è stata dichiarata parzialmente inagibile: i 50 alunni (tra una classe della materna, cinque delle elementari e tre delle medie) hanno traslocato in un altro locale donato da Della Valle (dov’erano ospitati sfollati, ora sistemati nella palestra vicina), e qui hanno trovato ospitalità anche studenti di Visso e Pieve Torina.

«La lettera non è stata una bella mossa da parte della Regione – dichiara Santamarianova –. Non sono d’accordo. Stiamo preparando un regolamento per il posizionamento delle strutture temporanee, anche perché è la prima richiesta che i cittadini ci presentano quando entrano in Comune. Sono convinto, e andremo avanti. Molti hanno acquistato casette amovibili, non ancorate al suolo. Vanno per la maggiore le casette con le ruote, un boom, dal costo di 9.000 euro circa. Ce ne sono anche a Muccia e Pieve Torina. Queste persone non solo non hanno più la casa, ma hanno anche speso soldi per sistemarsi alla meno peggio. Figuriamoci se adesso le faccio rimuovere o addirittura demolire. C’è gente poi che si è arrangiata con questa soluzione perché ha paura di dormire in casa, ma vuole restare vicino alla propria abitazione. Non ci stiamo a una decisione calata dall’alto, non su questo tema».

«È parodossale, tra l’altro – incalza –, che si parla di svuotare le Province delle funzioni e ora vengono invece tirate in ballo. Ma sono sicuro che il presidente Antonio Pettinari non andrà contro i Comuni». Intanto, c’è un bando per le 15 casette di legno (del ‘97). Il requisito è l’inagibilità dell’abitazione. Tra le priorità: figli a carico che vanno a scuola a Serravalle, risiedere e lavorare nel territorio comunale, invalidità superiore al 67% di un famigliare.