Terremoto, le casette slittano a settembre

Tempi non rispettati nel Maceratese, pronto bando rivolto ai privati

La posa  in opera  di casette prefabbricate per gli sfollati del terremoto

La posa in opera di casette prefabbricate per gli sfollati del terremoto

Macerata, 10 febbraio 2017 - «Le casette? Per il Maceratese non se ne parla prima di settembre. Tempi più brevi, invece, per Arquata e Montegallo». Niente da fare: l’arrivo della primavera non porterà con sé i moduli abitativi nei luoghi colpiti dal terremoto in provincia di Macerata, come invece era stato annunciato. A fare il punto sui ritardi, e sulle complicazioni dovute alla devastante sequenza sismica di agosto, ottobre e gennaio, è Cesare Spuri, direttore dell’ufficio speciale per la ricostruzione.

Quando arriveranno le casette, annunciate per la primavera?

«Entro la fine dell’anno. Qualche territorio le avrà prima: parlo dell’Ascolano. Ad Arquata del Tronto le sistemeremo tra due, tre mesi al massimo. Le abbiamo ordinate, le stanno costruendo, e i lavori sulle aree individuate procedono bene. A Montegallo poi avevamo anche alloggi disponibili. In altri casi bisogna aspettare. Per il Maceratese parliamo di settembre, minimo. Diverse zone sono più difficili da urbanizzare».

Come mai questo ritardo?

«La tempistica era stata data dopo il primo dei tre terremoti, ad agosto. Nessuno poteva immaginare che la situazione si sarebbe aggravata in questo modo, specie in seguito alle scosse di ottobre. Però non bisogna sempre giustificarsi, le colpe le dobbiamo anche ammettere. Riconosco che potevamo fare meglio e più rapidamente».

Qual è il piano di riserva, arrivati a questo punto?

«Oltre ad andare avanti con le casette e l’individuazione delle aree, e ai contributi per autonoma sistemazione, bisogna sfruttare la possibilità di acquisto di appartamenti da parte della Regione, possibilità prevista nell’ultimo decreto legge. Si va a comprare una casa con finalità sociale, e quando lo sfollato smetterà di viverci potrà essere utilizzata come alloggio popolare. È molto più conveniente, anche dal punto di vista economico».

Quanto costa una casetta?

«Circa 1.070 euro, una spesa a cui però vanno sommate quelle per l’esproprio dell’area e per i lavori di urbanizzazione. Acquistando appartamenti si va a risparmiare».

Non c’è il rischio che, ricorrendo all’acquisto di case, i tempi si allunghino ancora di più?

«No, al contrario si velocizza il tutto, in tre o quattro mesi gli sfollati potrebbero avere case a disposizione. A giorni uscirà il bando regionale per vedere quanti sono gli edifici disponibili. Bisognerà anche testare la quantità di domande, non diamo per scontato che saranno tantissime. Dubito che uno sfollato di Castelsantangelo sul Nera voglia abitare a Macerata, ad esempio. E lo capisco. Comunque, le case comprate dovranno necessariamente aver avuto l’adeguamento sismico».

E quest’estate cosa ne sarà del turismo, se gli alberghi della costa saranno ancora occupati dagli sfollati?

«Il servizio del turismo della Regione sta svolgendo un’analisi in proposito, siamo in fase di ascolto degli albergatori. L’accordo della Regione con le strutture ricettive scade a fine marzo, puntiamo a un rinnovo. Certo, ammesso che i visitatori vogliano venire come negli anni passati, il rischio è che, se il turista abitudinario non trova posto, lo si perda per sempre».