Terremoto, a dicembre gli sfollati dovranno restituire 4mila euro di Irpef

Stangata con la busta pesante, la rata unica nel mirino dei sindacati: "Una vergogna, decreto da cambiare"

In migliaia senza casa nel Maceratese

In migliaia senza casa nel Maceratese

Macerata, 16 febbraio 2017 – «Le casse dello Stato possono stare tranquille, ma i terremotati no. Tutto lascia presumere che il governo punti a riprendersi tutta l’Irpef sospesa entro il 2017. Insomma, busta paga pesante fino al 30 novembre e poi restituzione in unica soluzione entro fine anno. Un’assurdità e una vergogna. Significa chiedere ai lavoratori e ai pensionati delle zone terremotate di restituire importi mediamente non inferiori a circa 4mila euro in un’unica rata». È il duro atto di accusa di Daniel Taddei (Cgil), Silvia Spinaci (Cisl) e Manuel Broglia (Uil), che esprimono «seria preoccupazione e sconcerto per quanto sta emergendo dall’analisi del terzo decreto sisma sulla restituzione della busta paga pesante».

A loro avviso, nel testo trasmesso alle Camere per la conversione in legge non è affatto chiaro che anche all’Irpef sospesa si possa applicare la norma generale secondo cui le modalità di restituzione dei tributi sospesi a seguito di calamità naturale devono essere disciplinate con decreto del ministro dell’economia che può prevedere una rateizzazione, senza sanzioni e interessi, fino a un massimo di 18 mesi. È invece chiaro quello che si legge nella relazione tecnica che accompagna il decreto, in cui si legge che «la ripresa del versamento dei tributi sospesi», inclusa l’Irpef, «avverrà entro il 16 dicembre 2017 senza sanzioni e interessi» e che, «considerata la previsione di restituzione dei tributi sospesi entro il corrente anno, non si rilevano effetti in termini di minori entrate tributarie….». E questo sembra avvalorare lo scenario peggiore, che cioè effettivamente la restituzione dovrà essere fatta in un’unica rata entro dicembre. «Ci viene il dubbio – sottolineano i sindacati – che il governo non si sia reso conto che queste norme si applicano a persone rimaste senza casa e costrette a trasferirsi lungo la costa e, magari, a sostenere a proprie spese migliaia di chilometri al mese per recarsi a lavoro. Persone che potevano trovare nella busta paga pesante un po’ di ristoro e che, invece, vengono costrette a subire la stangata».

Cgil, Cisl e Uil evidenziano come l’intera vicenda stia assumendo le forme di una vera presa in giro. «Prima la previsione per cui l’agevolazione non poteva essere concessa a lavoratori e pensionati realmente terremotati se il loro datore di lavoro era domiciliato fuori dal cratere. Corretta questa assurdità ci troviamo ora di fronte quest’altra beffa. Chiediamo che il Parlamento intervenga per correggere questo ulteriore paradosso, escludendo il pagamento in unica soluzione e prevedendo espressamente la rateizzazione almeno in 18 mesi. È anche il caso che il Parlamento comprenda che non si possono esporre i terremotati al rischio di sovraindebitamento chiedendo la restituzione contemporanea di tributi, rate dei mutui, bollette e Irpef. Per questo, secondo noi, la restituzione dell’Irpef dovrebbe iniziare non prima di dicembre 2018».