Nomine scuola, maestra terremotata trasferita al nord. "Perdo tutto"

L’odissea di Soccorsa Maratea di Esanatoglia: "A settembre dovrò andare nel Ferrarese"

Macerata, insegnante sfollata e trasferita al nord. "Perderò il contributo per l’affitto"

Macerata, insegnante sfollata e trasferita al nord. "Perderò il contributo per l’affitto"

Macerata, 22 giugno 2017 - Sono tante le insegnanti di sostegno che chiedono di poter lavorare in provincia e non essere spedite al nord, cosa che a loro avviso sarebbe possibile se solo fossero sbloccati gli organici, visto che i posti ci sono (anche se sul cosiddetto organico di fatto) e vengono poi coperti con incarichi annuali. Tra le tante storie, quella di Soccorsa Maratea di Esanatoglia è davvero particolare. «Insegno alla scuola primaria da circa dieci anni – spiega –. L’anno scorso sono stata assegnata ad un istituto di Portomaggiore in provincia di Ferrara. Lì sono stata quasi un mese, poi ho ottenuto l’assegnazione provvisoria e sono tornata a insegnare in provincia, nelle scuole di Matelica ed Esanatoglia». 

Un rientro subito reso problematico dal terremoto del 30 ottobre. «A causa degli eventi sismici – prosegue – la mia casa è stata dichiarata inagibile. Così per una quindicina di giorni sono stata costretta ad accamparmi in un centro di prima emergenza, poi mi sono trasferita per un periodo da mia suocera. In seguito, insieme al mio compagno siamo riusciti a trovare un appartamento in affitto, usufruendo del contributo di autonoma sistemazione». Naturalmente Soccorsa ha chiesto il trasferimento in provincia, un trasferimento «tanto desiderato e forse meritato che, però, non è arrivato». Sull’eventualità di chiedere l’assegnazione provvisoria, proprio ieri il ministro l’ha concessa, ma con molte limitazioni. Insomma le maglie restano molto strette e bisognerà vedere nel dettaglio il provvedimento per capire se questa possibilità è concreta, per chi e a quali condizioni.

Quindi che succederà a Soccorsa da settembre? «Vedrò adesso se riuscirò ad accedere alla assegnazione provvisoria. Speriamo bene. Altrimenti a settembre dovrò andare a Portomaggiore, non potrò seguire i lavori di ricostruzione della mia abitazione e non potrò usufruire più dell’autonoma sistemazione. È il caso di aggiungere che quest’anno scolastico per noi docenti nelle scuole nel cratere sismico è stato difficile: scuole inagibili, plessi divisi e accorpati, spostamenti da una scuola all’altra, con le immaginabili situazioni complicate». 

«Alla fine, però, mi ritengo fortunata perché nel mio paese almeno una scuola è ancora in piedi. Ma si annunciano tempi difficili, visto che le iscrizioni in alcuni casi sono paurosamente diminuite a causa della situazione prodotta dal terremoto che ha indotto i genitori ad iscrivere i propri figli altrove. Non voglio immaginare cosa potrà diventare la mia terra senza insegnanti che dopo il terremoto si sono rimboccate le maniche e che amano questa terra selvaggia e meravigliosa. Se il progetto dello Stato è portare alla desertificazione del territorio – conclude l’insegnante – ci è riuscito benissimo, evitando il ripopolamento delle aree del cratere».