Neve, crollano le stalle di due aziende a Gualdo: strage di mucche e pecore

Le ditte Lai e Castello di Beccerica aspettavano da cinque mesi i moduli provvisori della Regione. L’ira della Coldiretti: «Ora chi ha sbagliato deve pagare»

Bestiame sotto la neve nelle zone terremotate

Bestiame sotto la neve nelle zone terremotate

Gualdo (Macerata), 18 gennaio 2017 – Due stalle di aziende terremotate sono crollate a Gualdo, nel Maceratese, per il peso della neve uccidendo o ferendo una novantina di capi tra mucche e pecore.

A darne notizie è la Coldiretti dopo le segnalazioni giunte dall’azienda Lai e dall’azienda Castello di Beccerica, mentre è tornato l’incubo delle scosse. Sul posto si sono immediatamente recati il direttore regionale della Coldiretti, Enzo Bottos, e i funzionari degli uffici locali dell’organizzazione.

Da Beccerica è venuta giù la stalla lesionata dal terremoto.

Sotto le macerie sono rimaste circa settanta mucche, e si sta ora operando per capire quante ne siano morte e quante ferite.

Nell’azienda Lai il peso della neve ha fatto crollare la struttura temporanea dove gli animali erano stati sistemati per ripararli dalla bufera di ghiaccio, uccidendo venti tra pecore e agnelli. Entrambe le aziende erano da cinque mesi in attesa del modulo promesso dalla Regione. Si allunga così il conto degli animali morti, mentre seicento mucche e cinquemila pecore sono ancora sepolte dalla neve, secondo una stima di Coldiretti.

«Ora chi ha sbagliato deve pagare poiché non è accettabile che si sia arrivati a oggi con appena due stalle mobili completate rispetto a quelle necessarie per un terremoto che ha colpito cinque mesi fa – accusano il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante, e il direttore Enzo Bottos –. Ma le esperienze del passato testimoniano che ci sarebbe stato tutto il tempo per evitare di lasciare in balìa del freddo e del gelo anche gli allevatori danneggiati dal sisma di ottobre. E anche la famosa ordinanza 5 che permetterebbe alle aziende di ordinare da sole le strutture è oggi inapplicabile a causa della mancanza di indicazioni dalla Regione su costi, materiali e caratteristiche tecniche. Un problema chiaro a tutti tranne che a quegli esponenti dell’ente che qualche giorno fa si rammaricavano di non avervi fatto ricorso prima. Ora ci muoveremo assieme agli allevatori per individuare le responsabilità e agire di conseguenza».