Caldarola (Macerata), 5 marzo 2017 - Ci sono anche il piviale, due stole e la pianeta del cardinale Pallotta, che nel XVII secolo fece di Caldarola, la sua città natale, un paese-gioiello disseminato di tante opere d’arte, fra i 600 beni fra dipinti, statue lignee e documenti d’archivio messi in salvo nell’arco dell’ultima settimana dai comuni terremotati delle Marche: Caldarola appunto, Camerino, San Ginesio, Acquasanta Terme, Ussita in primo luogo.
L’Unità di crisi dei beni culturali ha operato insieme a carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile e funzionari delle Diocesi di Camerino, Ascoli Piceno e Fermo. Fra i recuperi più importanti, 29 fra dipinti e statue di ‘Scene religiose e santì, databili fra il XVI e il XVII secolo, prelevati delle chiese delle frazioni di Mergnano e Agnano di Camerino, dalla chiesa camerte della Madonna delle Carceri, e da Santa Maria in Vepretis a San Ginesio (Macerata).
Un crocifisso cinquecentesco in legno policromo è stato portato via dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso a Quintodecimo di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno). Quadri di soggetto sacro sono stati salvati a Monsampietro Morico (Fermo) e Bolognola. A Carpignano di San Severino infine è stata portata in salvo dalla Chiesa di Santa Maria una campana del 1470.