Terremoto, lo Stato non paga il pranzo dei pompieri

Un ristorante: "200 pasti al giorno da novembre, sotto di 100mila euro"

Le titolari del ristorante con un gruppo di pompieri

Le titolari del ristorante con un gruppo di pompieri

Macerata, 6 maggio 2017 - «Lo Stato, non il terremoto, ci farà chiudere il ristorante». È la disperazione di Silvia Fronzi, che con la sorella gestisce il ristorante «Il Vecchio Molino» di Pieve Torina (Macerata), che dal 26 ottobre, quando forti scosse hanno devstato il territorio, già profondamente segnato dal sisma del 24 agosto, ha continuato a servire pasti ai vigili del fuoco, tutti i giorni. Le sorelle Fronzi aspettano circa 150.000 euro dal ministero. Sono andate avanti, circondate da paesi ormai ridotti a macerie, per poter garantire ai soccorritori un luogo dove mangiare. «Abbiamo cucinato anche 200 pasti al giorno – precisa Silvia Fronzi –, abbiamo ricevuto un primo pagamento, rimasto l’unico, relativo al mese di novembre. Poi più nulla. Siamo piene di debiti. All’inizio siamo riuscite ad andare avanti con le donazioni della gente. Siamo abbandonati – incalza Fronzi – da uno Stato che dice di esserci vicino e invece ci sta buttando in mezzo alla strada». Ieri, è arrivata una prima risposta all’attività di ristorazione: «Ci hanno comunicato che i soldi sono stati sbloccati e dovrebbero arrivare tra una decina di giorni. Meglio di niente. Ora speriamo che questa risposta sia solo la prima e che, come tutti gli altri ristoratori che in questi mesi si sono sacrificati senza chiudere mai, festività comprese, spesso facendo la spola dalla costa, saremo pagati per il nostro lavoro. Qui lottiamo per la sopravvivenza, stringiamo i denti. Siamo gente che ama queste montagne e qui vuole vivere, ma è necessario che le istituzioni ce ne diano la possibilità».    «Entro quattro giorni arrivano i pagamenti. La protesta di qualche ristoratore è qualcosa di ridicolo». A fare il punto sulla situazione è Achille Cipriani, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco. E aggiunge: «Lo Stato paga sempre. Magari in ritardo, ma sempre. Il sistema di richiesta dei soldi, che rientrano nell’ambito dell’emergenza, è lungo e complicato. Noi dobbiamo chiedere alla Protezione civile, che a sua volta chiede a Roma e poi si attiva tutta la catena. Quindi ci vuole un po’ di tempo, bisogna avere pazienza. I soldi sono in arrivo».    Dal canto suo, la Prefettura chiarisce: «Il pagamento dei pasti dei vigili del fuoco non è di nostra competenza, abbiamo preso visione dell’esposto del ristoratore solo perché non vogliamo chiudere le porte in faccia a nessuno, così abbiamo fatto ascoltando i terremotati. Tutto ciò che possiamo fare, in questi casi, è dialogare. Per quanto riguarda i pagamenti, a noi competono solo quelli per polizia e carabinieri». Anche in questo caso, però, i soldi liquidati sono in ritardo: l’ultimo mese a essere stato pagato sarebbe quello di dicembre. «Siamo abbastanza in linea con i pagamenti – spiega la Regione,che si occupa invece della gestione degli alberghi e dei camping, che ospitano oltre 4.600 sfollati –. Sono stati liquidati 24,5 milioni su 35 totali, nel frattempo il numero delle strutture ricettive è salito da 309 a 341, se ne sono aggiunte di nuove, dislocate verso l’entroterra». Intanto, non si ferma l’esodo forzato degli sfollati da una struttura ricettiva all’altra: entro oggi un gruppo di 60 persone ha dovuto lasciare il camping Holiday a Porto Sant’Elpidio per trasferirsi in camping diversi, alcuni ancora più lontani dai paesi di provenienza. In tutto saranno circa 1.000 gli sfollati che devono spostarsi, entro giugno, per fare posto ai turisti estivi.