Terremoto, sciacalli tra le tende. Si spacciano per tecnici

Castelsantangelo, sono fuggiti quando hanno visto le forze di polizia SPECIALE: FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

L’assessore regionale Sciapichetti con un carabiniere e il sindaco Falcucci (Calavita)

L’assessore regionale Sciapichetti con un carabiniere e il sindaco Falcucci (Calavita)

Castelsantangelo sul Nera (Macerata), 29 agosto 2016 – Si aggiravano con fare sospetto tra le tende di Castelsantangelo sul nera, fingendosi operatori della Telecom. La notizia sabato sera, verso le 22, ha fatto il giro del paese in pochi minuti. E la Forestale li ha seguiti e stanati a Castelluccio, scoprendo che si trattava di due giovani nomadi. I due, indossando calzoncini e una t-shirt con scritto Telecom, sono stati visti da alcuni sfollati girare a piedi tra la tendopoli e il paese. La strana uniforme, il fatto che fossero seguiti da tre donne, e soprattutto l’essere ripartiti alla vista delle forze dell’ordine con i fari spenti ha allarmato i residenti.

Al dramma di aver perso la casa, si aggiunge quindi la paura dello sciacallaggio. L’episodio è stato subito segnalato a poliziotti e carabinieri, che la notte stessa e ieri notte hanno presidiato la zona per evitare che altri malviventi entrassero nelle case abbandonate a rischio crollo. Ieri mattina tutta Castelsantangelo sapeva della segnalazione degli sciacalli. «Se qualcuno di noi dovesse coglierli in flagrante – commenta Giacomo Subrizzi, che vive nella frazione di Gualdo – penso che rischierebbero il linciaggio. Sono rimasto soltanto io a Gualdo: eravamo 34 persone, ma il sisma ha fatto fuggire tutti. Da solo non posso stare. L’85% delle case è inagibile, le attività commerciali sono isolate, la politica non può restare a guardare un paese morto. E adesso spunta pure lo spettro dello sciacallaggio».

Per fare in modo che gli avvoltoi non portino via ogni bene, le famiglie evacuate cercano di monitorare almeno di giorno la propria abitazione, pur con il terrore di nuove scosse. «Mi muovo nelle stanze ancora agibili, ma con la porta spalancata – spiega Assunta De Silvestris – pronta a scappare. Lascio aperto anche il portone all’ingresso per avere via libera». E come lei altri compaesani.

Al dolore per la morte della madre, si aggiunge il terrore degli sciacalli anche per Lea D’Angelo, proprietaria del Ristorante dell’Erborista. Ripartirà questa mattina per dare l’ultimo saluto alla mamma, morta sotto le macerie di Amatrice, per riabbracciare il padre, trasportato in gravissime condizioni in ospedale (è in coma) e per difendere la casa in cui era nata e in cui vivevano i suoi prima della tragedia. «Ho perso tanti amici – conclude in lacrime –. Non è giusto. Come se non bastasse, il problema della conservazione delle salme provoca un forte rischio sanitario. C’è un odore di morte indescrivibile».