Terremoto un anno dopo, rebus scuole a un mese dall’inizio. "E calano le iscrizioni"

Strutture ancora provvisorie, pesano i ritardi nell’arrivo delle casette

Terremoto un anno dopo

Terremoto un anno dopo

Macerata, 19 agosto 2017 - Manca meno di un mese all’inizio della scuola e gli studenti della provincia, tranne qualche rara eccezione, come la scuola dell’infanzia di Sarnano, torneranno a fare lezione negli stessi spazi in cui la facevano prima delle vacanze. In strutture provvisorie come a Pievebovigliana, in una tensostruttura come a Muccia, o stretti sotto lo stesso tetto delle sedi rimaste agibili. Poi c’è Visso, Comune con una scuola che ha resistito, ma con una popolazione, soprattutto sul fronte giovani, decimata.

Il calo delle iscrizioni per l’anno scolastico 2017-2018 è un problema diffuso: in particolare per le zone montane dipende dai ritardi nell’arrivo delle casette. A Pieve Torina, ad esempio, 120 bambini a settembre potranno riprendere a frequentare l’asilo dell’istituto comprensivo Monsignor Paoletti, realizzato da Rubner Haus in trenta giorni, ma mentre la scuola, donata dalla fondazione produttrice di case in legno (da privati quindi) può tornare alla normalità, le prime soluzioni abitative emergenziali della Protezione civile (dello Stato) arriveranno il 24 agosto. E per le altre non si conosce la data. Il sindaco Alessandro Gentilucci non si sbottona, ma il dirigente scolastico Giorgio Gentili ha notato una diminuzione di iscritti tra infanzia, primaria e secondaria, malgrado la situazione cambi giorno per giorno. Finora all’Istituto comprensivo Paoletti risultano circa 130 alunni in meno nella scuola secondaria, 60 nella primaria, 50 alla materna (mentre prima in totale c’erano più di 400 ragazzi). La scuola di Visso è agibile, ma l’anno scorso i bambini erano stati trasferiti a Loreto.

«Se le casette arrivano a ottobre – spiega il preside Gentili – ho paura che i bambini non saranno riportati a Visso. A Muccia e Pievebovigliana si fa lezione negli stessi ambienti di prima, come a San Ginesio, alle medie, in quanto i lavori per il campus partiranno a settembre. I ragazzi del liceo socio-pedagogico invece, al posto dello scientifico di Sarnano, dovrebbero essere trasferiti all’ostello». Rimane invariato anche il caso di Caldarola, con l’infanzia nei container, elementari e medie nel capannone Millecolori. «Prima gli iscritti erano circa 520 – spiega la preside Fabiola Scagnetti – ora sono circa 470, con una media di 16 alunni per classe. L’organico resta stabile, comunque, e il 26 agosto si terrà una conferenza di servizi per la ricostruzione del De Magistris». Molto dipende anche dai sopralluoghi, là dove non sono stati completati. È stato registrato un calo del 10% nelle iscrizioni anche tra Camerino, Fiastra e Serravalle di Chienti. Se prima del sisma gli studenti erano 720 tra infanzia, elementari e medie, ora ne mancano all’appello 64.

A Fiastra stanno arrivando le prime casette e per ottobre la scuola dovrebbe essere pronta, a Serravalle si continua a fare lezione nei prefabbricati del ‘97, mentre a Camerino gli alunni delle primarie siederanno sui banchi della costruzione provvisoria in via Salvo D’Acquisto. Il preside Maurizio Cavallaro ha fatto richiesta di tre collaboratori scolastici e un docente in più. «Siamo nella fase di emergenza – ha spiegato –, il personale serve anche per l’evacuazione di ragazzi diversamente abili». Insegnanti e genitori che nei mesi scorsi hanno proposto poli unici, come tra Muccia, Pieve Torina, Valfornace, Serravalle e Fiastra, oppure tra Sant’Angelo in Pontano, Colmurano, Loro Piceno, Ripe San Ginesio, San Ginesio e Urbisaglia, sono rimasti inascoltati.