Terremoto, boato e la palazzina si sbriciola. Tolentino in ginocchio

Dopo la scossa di 6.5 centro sbarrato, cedono le mura. Abitazioni inagibili: conta infinita. Strade chiuse. Notte di paura, scosse continue di assestamento

Un'anziana soccorsa a Tolentino (Foto Calavita)

Un'anziana soccorsa a Tolentino (Foto Calavita)

Tolentino (Macerata), 31 ottobre 2016 - «Tolentino si piega, ma non si spezza». È questa la frase che accompagna i tolentinati. Migliaia di loro sono sfollati, il centro storico è quasi tutto serrato, il leggendario Ponte del Diavolo chiuso, i merli del torrione cedono e le mura storiche in via Murat pure. Da una prima stima emerge che più della metà delle case del centro urbano potrebbero essere non agibili. «Un dramma», racchiude in una parola il sindaco Giuseppe Pezzanesi, che ieri, per affrontare l’emergenza sfollati ha allestito nuovi punti di prima accoglienza: oltre agli impianti allo Sticchi, alla palestra della scuola King, all’oratorio dello Spirito Santo, sono stati aggiunti il palasport, gli spazi dell’ex Tigotà nella zona commerciale Oasi e i locali dell’ex concessionaria Toyota, nella zona commerciale La Rancia.

«Si consiglia di portare con sé coperte e indumenti caldi per trascorrere la notte – fa sapere l’Amministrazione comunale –. I centri sono stati attrezzati anche con brandine e lettini da spiaggia messi a disposizione dagli stabilimenti balneari di Civitanova e Potenza Picena». La macchina della solidarietà si è subito attivata. Anche Pippo Baudo, Fabrizio Frizzi e Cesare Bocci (quest’ultimo ha messo a disposizione spazi per alloggiare famiglie senza casa) hanno chiamato il primo cittadino per testimoniare la propria vicinanza alla cittadinanza tolentinate. Alle 7.41 è crollata una palazzina in via Pasubio. Al suo interno non c’era nessuno fortunatamente, perché era stata evacuata dopo il 24 agosto. Ma tante le evacuazioni effettuate dai vigili del fuoco e dai volontari della Croce Rossa per portare in salvo persone sole e anziani. Case inagibili, crolli, distacchi di cornicioni o cadute parziali di muri hanno coinvolto via Filelfo, via Primo Maggio, via Valporro, via Sparaciari, via Montecavallo, viale Foro Boario, via Accoramboni, via Zampeschi, dove è stato vietato sia il traffico veicolare che pedonale (le strade chiuse). Pericolante la ciminiera dell’ex fornace Massi, in via Lucentini, già messa alla prova. È caduta una casa in contrada Baroncia, mentre anche la chiesa di Paterno è a rischio.

Ieri sono state celebrate messe all’aperto. A fare visita alla città anche il vescovo Nazzareno Marconi e il presidente della Regione Luca Ceriscioli. «Il patrimonio artistico delle chiese è fortemente danneggiato – ha detto il presule maceratese –. Bisogna affrontare le cose con fede e ragionamento. Se uno insiste nel volere stare sotto un cornicione si cerca i guai». Un dispiegamento di forze da tutta Italia sta prestando assistenza anche per prevenire fenomeni di sciacallaggio. Carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza e polizia locale girano in città e nelle contrade. I volontari della Protezione civile, che coordinano l’assistenza, hanno organizzato dei turni con i ragazzi più giovani per controllare il punto di accoglienza allo Sticchi. Continui i sopralluoghi dei dipendenti comunali. È stato aperto un primo punto di ascolto del centro operativo in piazza della Libertà che si è adoperato, sin da subito, per risolvere tutti i problemi segnalati.