Terremoto, l’ultimo fornaio della Valnerina: «Il mio pane per gli sfollati»

Pieve Torina, Daniele Pascoli dorme in una roulotte

Daniele Pascoli e Damiano Sabbatucci (Calavita)

Daniele Pascoli e Damiano Sabbatucci (Calavita)

Pieve Torina (Macerata), 31 ottobre 2016 - È l’ultimo fornaio rimasto nel raggio di decine di chilometri. Con il suo pane rifornisce i campi base della Protezione civile e della Croce rossa a Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Pieve Torina, Muccia. È Daniele Pascoli, 38enne di Pieve Torina: quando ieri il sindaco Alessandro Gentilucci ha fatto il suo nome durante un’assemblea, centinaia di cittadini lo hanno salutato con un applauso che vale più di tante parole. La moglie e due dei tre figli hanno trovato riparo in una casa di famiglia a Lecce. Lui, invece, rimasto assieme al figlio più grande, manda avanti l’unico forno rimasto nella Valnerina.

«Stamattina (ieri, ndr) – racconta –, quando è arrivata la sberla ero al lavoro nel mio laboratorio, assieme a mia madre. Abbiamo avuto paura, ma abbiamo continuato a lavorare. Dormo in una roulotte, non posso andarmene anche io: sono l’unico rimasto a fare il pane da queste parti e sto lavorando sodo. Il forno che avevo in centro a Pieve Torina è danneggiato, ma il laboratorio nella zona artigianale è ancora in piedi». A Pieve Torina da giorni manca il metano, così Pascoli ha dovuto riconvertire l’impianto con il vecchio sistema a gasolio. «Ho dovuto spendere 500 euro a forno per allacciare i bruciatori al meccanismo a gasolio, anche i consumi per mandare avanti la produzione sono diversi. Però è un momento di emergenza e non si può fare diversamente. Anche oggi (ieri, ndr) ho fatto il pane per la Protezione civile, ma non è stato possibile portarlo fino a Ussita perché le strade sono interrotte. A Visso c’erano tre forni: ora sono tutti fuori uso».

Tra chi rimane in paese per mettere qualcosa sui piatti degli sfollati c’è anche Damiano Sabbatucci, macellaio. «Avevo tre negozi tra Pieve Torina, Muccia e Camerino – spiega –, ora sono tutti chiusi. Così ho portato la mia carne alla mensa degli sfollati. Ho i frigoriferi pieni, nei prossimi giorni continuerò a portare i miei prodotti a chi ne ha bisogno».