Niente ticket per le analisi, scatta la corsa al prelievo

L’esenzione post sisma è valida fino al 30 aprile

Un prelievo

Un prelievo

Macerata, 19 febbraio 2017 - Con il «T16», scatta la corsa ai prelievi. Controllare il proprio stato di salute è cosa buona e giusta, ma negli ultimi tempi i residenti dei comuni colpiti dal sisma, muniti del codice di esenzione sulle ricette, si registrano file senza precedenti. E i laboratori analisi «scoppiano». È legittimo, si tratta di un dato di fatto: vuoi perché le analisi specifiche talvolta raggiungono anche il costo di centinaia d’euro, ma da qualche settimana in alcuni ospedali gli utenti sono disposti a fare ore di attesa per il «pic».  Non c'è stato un incremento delle malattie, ma – dato che non si paga – un check up in più (talvolta anche solo in via precauzionale), ci sta. È questo il pensiero comune. Se non fosse che, per garantire un buon servizio, in qualche caso è stato necessario porre un tetto massimo di prelievi a giornata. A Tolentino, San Severino, Macerata, Porto Recanati l’aumento di affluenza è palese, soprattutto il sabato mattina, quando tante persone non lavorano. Nel primo comune sono stati raggiunti picchi di 165 persone, cinque volte più della media. Tanto che il distretto territoriale ha dovuto stabilire un massimo di 100 prestazioni per evitare che il sangue venga alterato. Protrarre infatti i prelievi fino a troppo tardi può rovinare il prodotto (il sangue appunto), che ogni mattina di norma viene portato in laboratorio per essere sottoposto al regolare processo al massimo entro due-tre ore. «È quindi per non creare un disservizio, essendo il personale sanitario sempre dello stesso numero, non aumentato – spiega la dottoressa Clelia Perfetti del laboratorio analisi di Civitanova – che alcune strutture sono state costrette a porre dei paletti. A Civitanova questo fenomeno non si è verificato, a differenza di Porto Recanati perché da noi non ci sono i camping che ospitano le famiglie di sfollati. Nemmeno a Camerino, perché tanti dei suoi residenti sono finiti ad alloggiare lungo la costa».

L’esenzione dura fino al 30 aprile, poi si deciderà se prorogarla. Sicuramente è nata con un intento nobile, ma qualcuno ne approfitta e i centri, soprattutto se piccoli e con poco personale, non riescono a gestire la folla.  Ad esempio a Passo Sant’Angelo, dove una mattina si sono presentate oltre novanta persone, che nemmeno entravano sul corridoio. Qualcuno si presenta alle 6.30 e aspetta l’apertura delle 7.15 per non tornare a casa senza essere «bucato». Ma chi può allentare questa corsa, se non altro per dare la precedenza a chi ha veramente bisogno di fare le analisi? Gli stessi sanitari ci spiegano che la pressione va fatta sui medici di base, perché sono loro che prescrivono le ricette.