Terremoto, Errani se ne va. I sindaci del cratere: "Non è il momento"

Il primo cittadino di Arquata: "Inizio lo sciopero della fame". Quello di Visso: "Un sostituto non serve, meglio se i governatori diventeranno commissari per la ricostruzione"

Vasco Errani e Paolo Gentiloni (Ansa)

Vasco Errani e Paolo Gentiloni (Ansa)

Macerata, 19 agosto 2017 - I sindaci dei paesi nel cratere del devastante terremoto del Centro Italia di quasi un anno fa sono delusi dopo la notizia della possibile uscita di scena del commissario alla ricostruzione post sisma Vasco Errani da settembre.

"Mi auguro che ci ripensi" ha commentato il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, che ha cercato contatti con l'entourage di Errani. "È una cattiva notizia, perché ormai Errani era un punto di riferimento - dice Petrucci -. È una grossa perdita: ormai il commissario conosceva tutte le pratiche, quanto si doveva fare, per esempio, per un passaggio importante in vista della ricostruzione, quello della microzonazione". "Non so a chi verranno attribuite le sue funzioni in una situazione che io ritengo sia ancora di piena emergenza, almeno per il mio comune. Curcio ha lasciato per motivi strettamente personali ed è comunque stata una grossa perdita. Per quanto riguarda ora Errani - conclude Petrucci - se è una scelta sua, mi auguro che ci possa ripensare; se è una scelta governativa, che ci pensassero due volte prima di sostituire un uomo che ha acquisito una grande esperienza". E su Facebook a Errani scrive: "Se te ne vai inizio lo sciopero della fame".

Ora "la ricostruzione si fa più difficile, più lontana" sostiene il sindaco di Acquasanta Terme, Sante Stangoni. "Sarebbe opportuna una proroga - dice - almeno sino alla fine dello stato di emergenza, che è stato a sua volta prorogato, mi sembra fino a febbraio 2018". Secondo Stangoni, "sono necessari alcuni aggiustamenti alle varie ordinanze, per lo più firmate da Errani e chi meglio di lui può occuparsene?". Dare più responsabilità alle Regione e in particolare ai presidenti, che potrebbero diventare commissari, può essere un'idea, "ma non so se se le regioni hanno la presenza necessaria, i presidenti si debbono occupare anche dei territori non colpiti dal sisma. Io, sindaco di un Comune terremotato, non riesco più ad occuparmi dell'ordinaria amministrazione".

Il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, dice che "prima o poi ci si sarebbe arrivati. Se i presidenti di Regione avranno maggiori responsabilità o meglio, diventeranno commissari alla ricostruzione, sarà un vantaggio operativo". "Ora bisogna adeguare l'impianto normativo" continua Pazzaglini, che ha preparato una serie di osservazioni alle varie ordinanze commissariali, segnalando gli aspetti "che ostacolano la ricostruzione". "Un altro commissario a mio avviso non serve - conclude -, per me non è una struttura necessaria, anzi è una infrastruttura di cui non vedo l'utilità".

Il primo cittadino di San Ginesio, Mario Scagnetti, parla di "un ottimo rapporto sotto il profilo umano e tecnico" con Errani. "Siamo tutti legati al filo della burocrazia - aggiunge -, ma le cose di cui abbiamo parlato con lui sono realizzate o in fase di realizzazione". Quanto all'ipotesi che le Regioni abbino più responsabilità, "il ritorno ad una modello simile a quello terremoto del 1997, più vicino ai territori, può essere una cosa positiva, ma - ammonisce - bisogna vedere come si muoveranno le Regioni, se cammineranno insieme o se vorranno essere libera di seguire ognuna la propria strada".

Il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, è netto: "Il problema non è Errani né la figura di un commissario alla ricostruzione, il problema è che questo non può essere il terremoto di tutti". "Non si può giocare con la politica e i partiti sulla pelle dei terremotati - insiste -, non ci può essere un cratere di 140 Comuni, che hanno tutti la no tax area, perché non è economicamente sostenibile. E si rischia di non avere risorse sufficienti per chi ha avuto veri danni. Dopo un anno, bisogna cambiare l'impianto e diversificare tra i Comuni distrutti, quelli danneggiati e quelli lievemente danneggiati. Per me il cratere vero è al massimo di una decina di Comuni, da Amatrice a Visso".

Il primo cittadino di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi dice che Errani "è stato sempre corretto con Tolentino e non ha mai fatto promesse che non poteva mantenere". Non nega di aver avuto un primo incontro "piuttosto tempestoso" con il commissario. Ma - afferma - in questo caso "il successo o l'insuccesso si collocano in un quadro complesso, dove ci sono problemi di tenuta dei rapporti istituzionali e, soprattutto, problemi di finanza pubblica, che hanno portato ad un scarsità di risorse per la ricostruzione e per far ripartire i territorio terremotati". Problemi di cui Errani non può essere ritenuto responsabile, come sottolinea Pezzanesi. E sull'idea di dare più peso alle Regioni, sostiene che "può essere un elemento positivo, ma bisogna che la macchina regionale funzioni e, soprattutto, bisogna dare più spazio ai Comuni e ai sindaci. Giusto rimettere gli enti locali nell'Ufficio Ricostruzione, però ci sono ancora troppi paletti burocratici, ad esempio per le varianti urbanistiche". 

Un ringraziamento arriva infine, dal sindaco di Fiastra, Claudio Castelletti: "Ringrazio il commissario Errani per il ruolo svolto fino ad ora ma un cambio di passo era necessario". "La prossima settimana - ricorda il sindaco - con il presidente delle Marche Luca Ceriscioli inaugureremo le prime casette, così come abbiamo già inaugurato le attività commerciali. Mercoledì sarà una giornata importante e di speranza per il nostro comune. Tutte attività realizzate grazie alla sinergia tra le istituzioni. Mi auguro che la palla ora passi a Ceriscioli che conosce bene il territorio e che fino ad ora è sempre stato pronto a sostenerci nelle difficoltà di questi mesi".