San Severino, 29 luglio 2016 - «Sono orgoglioso di essere come un patrono vicario per San Severino, una figura provvidenziale», così il critico d’arte più famoso d’Italia ha salutato la città di cui è stato primo cittadino e di cui è concittadino onorario.
Si è fatto attendere oggi pomeriggio Vittorio Sgarbi, al teatro Feronia, dove ad aspettarlo a braccia aperte c’erano il sindaco Rosa Piermattei, l’ex collega Cesare Martini e l’ex soprintendente Liana Lippi. Sgarbi è tornato per vedere e presentare la mostra «Severino ed altri eroi» organizzata da Gianluca Bonifazi e curata da Walter Scotucci.
L’esposizione è un viaggio nell’iconografia antica e contemporanea dei santi, «eroi in quanto imitatori di Cristo» e ha come epigrafe il titolo di un libro del critico «Dal cielo alla terra», volume che ha illustrato insieme a quello scritto con Ainis Michele «La Costituzione e la bellezza».
L’onorevole ha sottolineato l’amore che nutre per San Severino e le ultime diatribe con Urbino (dove è assessore alla rivoluzione), ha parlato della telefonata «piena d’affetto» della Piermattei all’indomani dell’insediamento, della differenza tra profughi e clandestini, delle radici cristiane della costituzione europea e della bretella Tolentino – San Severino, che egli all’epoca non votò («due città che si odiano non possono impiegare meno tempo per vedersi, è una contraddizione», ha commentato).
Insomma uno Sgarbi a 360 gradi che ha promosso la mostra del giovane Bonifazi, sceso in campo alle recenti amministrative, per l’entusiasmo dimostrato e per non aver chiesto soldi al Comune. «La Piermattei mi ha detto che ho regalato a San Severino un nuovo volto, e la coscienza di vivere in una città d’arte», ha dichiarato il critico, che ha già chiesto all’amministrazione di organizzare una mostra sul pittore Ludovico Urbani.
«Bisogna essere soddisfatti di questa mostra – ha concluso prima di ammirare la sala consiliare – perché comunque riapre le porte. San Severino non è solo la città dei musei aperti, ma anche degli edifici pubblici e privati aperti».
Lucia Gentili