Giovedì 25 Aprile 2024

I matrimoni colano a picco Crollo del 36,5% in otto anni

Rapporto dell’Istat: in provincia 855 unioni nel 2013 contro 1.435

Un matrimonio

Un matrimonio

Macerata, 23 novembre 2014 - LA TENDENZA al ribasso era chiara da alcuni anni. Ma l’entità, misurata nel medio periodo, evidenzia una cambiamento profondo: se nel 2006 in provincia sono stati celebrati 1.345 matrimoni (4,3 ogni 1.000 abitanti il trend), nel 2013, come certificato in questi giorni dall’Istat, le coppie convolate a nozze sono state 855 (2,7 ogni 1.000 abitanti). In otto anni il calo è stato di 490 matrimoni, il 36,5%, un vero e proprio crollo.

Macerata città è passata dai 130 del 2006 ai 96 del 2013, 34 in meno, pari ad un calo del 26%, più contenuto rispetto alla media provinciale, ma ugualmente significativo. Nello stesso periodo , però, nel calo complessivo il numero dei matrimoni celebrati in provincia con rito civile è aumentato di oltre il 10%: dal 26% del 2006 al 36% del 2013, stessa percentuale toccata nel capoluogo (35 su 96), una Civitas Mariae a quanto pare sempre più laica. Sicuramente la crisi economica ha avuto ed ha un peso rilevante, ma ricondurre un cambiamento di tale portata solo a questo fattore sarebbe riduttivo. In primo luogo pesa il continuo calo delle nascite, che ha interessato l’Italia dalla metà degli anni ‘70 e per oltre 30 anni ha determinato una riduzione della popolazione nella fascia di età compresa tra 16 e 34 anni, cioè quella in cui le prime unioni sono di gran lunga più frequenti (nel 2013 i giovani italiani in questa fascia di età sono circa 13 milioni, quasi un milione in meno rispetto al 2008). La crisi, poi, si è tradotta, soprattutto in incertezza, economica e culturale.

DA un osservatorio importante, come quello della Chiesa, infatti, è stato fatto rilevare come stia diminuendo anche il numero delle coppie di fatto stabili. «Il fenomeno è riconducibile a tanti fattori – sottolinea Barbara Pojaghi, docente di psicologia sociale all’università di Macerata –. La situazione economica e la disoccupazione incidono in maniera rilevante, diventa difficile progettare il futuro. I giovani hanno paura ad assumersi responsabilità? In un contesto come l’attuale è comprensibile. La loro cautela può significare paura, ma anche saggezza, poiché la responsabilità si assume in una cornice chiara, altrimenti si rischia di fare un passo falso. La responsabilità non è solo nelle loro mani».