Delitto Sarchiè, il sangue trovato nel capannone sequestrato non è della vittima

E' il risultato delle analisi disposte dalla procura della Repubblica sulle tre macchie di sangue trovate nel bagno del capannone di Seminara

Castelraimondo (Macerata), il capannone dei Seminara sequestrato (Foto Calavita)

Castelraimondo (Macerata), il capannone dei Seminara sequestrato (Foto Calavita)

Macerata, 22 luglio 2014 - Non è di Pietro Sarchiè il sangue ritrovato nel capannone di Santo Seminara, uno dei quattro indagati nell'inchiesta per l'omicidio del commerciante di pesce. E' il risultato delle analisi disposte dalla procura della Repubblica sulle tre macchie di sangue trovate nel bagno del capannone. Seminara, l'imprenditore edile di origini siciliane ma residente a Castelraimondo che si è sempre dichiarato innocente e che è stato l'unico a non avvalersi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio davanti ai magistrati, sin dall'inizio aveva detto che quel sangue apparteneva a un suo operaio.

Ora la procura attende il risultato di altri accertamenti scientifici disposti su altri reperti sequestrati. Oltre a Seminara sono indagati il pescivendolo siciliano Giuseppe Farina, accusato di omicidio e occultamento di cadavere, e i coniugi Domenico Torrisi e Maria Ansaldi sospettati di favoreggiamento. Farina, nel frattempo, è tornato a vivere in Sicilia.