Macerata, 5 marzo 2013 - «CONTI in rosso a Banca Marche, ora è necessario valutare se ci sono gli estremi per mettere in campo azioni di responsabilità verso gli amministratori che hanno rivestito ruoli di vertice negli ultimi tre mandati».

E’ quanto ha deciso all’unanimità ieri l’assemblea degli azionisti privati di Banca Marche, presieduta da Bruno Stronati e riunitasi nella sede della Fondazione Coloccia Jesi. Tanti gli interventi degli azionisti privati che hanno visto crollare il valore delle loro azioni e quindi dei loro risparmi, di oltre la metà in un anno appena: dall’1,01 euro di febbraio 2012 allo 0,405 attuale per ciascuna azione.La banca presenterà il bilancio consuntivo 2012 l’8 marzo. L’orientamento degli azionisti privati è quello di chiedere un sostanziale rinnovo del consiglio di amministrazione e un repulisti di figure dirigenziali vicine all’ex direttore generale Massimo Bianconi, uscito di scena lo scorso luglio, per dare forza all’opera di risanamento varata dal nuovo dg Luciano Goffi.
 

TANTI interventi di denuncia e preoccupazione, fino alla proposta di Giampiero Ganzetti, amministratore unico della partecipata comunale «JesiServizi», qui in veste di azionista privato, di «valutare azioni di responsabilità verso i vertici di Banca Marche». «Perché da 40 milioni di utile del giugno scorso si è scesi a 450 milioni di perdite presunte e la responsabilità non può essere di una sola persona (l’ex direttore generale Massimo Bianconi, ndr). Dov’erano gli organi di controllo? Dal 1993 a oggi gli amministratori, pur scambiandosi i ruoli, sono rimasti gli stessi». Dunque un attacco alle persone, non all’istituto di credito «che tutto sommato non naviga in cattive acque, ma va gestitoin maniera migliore ed ora è in buone mani (il riferimento è a Luciano Goffi, ndr)» ha sottolineato il presidente Bruno Stronati.

Un intervento condiviso da molti che hanno anche chiesto di «avere voce in capitolo nel Cda, visto che oggi nonostante il 32%, non abbiamo neanche un rappresentante. Mentre a noi spetterebbe un terzo dei membri del Cda» e di cercare un’intesa con gli azionisti di Pesaro e Macerata. «Quanto sta accadendo oggi alla banca, con un deficit stimato tra i 450 milioni e i 500 milioni di euro — ha detto Stronati — non è solo il risultato dell’esposizione verso gruppi industriali e delle situazioni di concentrazione del rischio in settori particolarmente colpiti dalla crisi, come quello edile. Paghiamo operazioni criticabili da molto tempo evidenziate dai piccoli azionisti nelle varie assemblee dell’istituto, come ad esempio la distribuzione dei dividenti degli ultimi 3 anni, che noi non volevamo e che anzi avevamo chiesto di accantonare per ricapitalizzare Banca Marche». Il presidente Stronati ha rassicurato la platea: «So che la banca sta valutando azioni di responsabilità verso la vecchia dirigenza, verso chi ha sbagliato». Mentre Banca d’Italia avrebbe già chiesto il «sostanziale azzeramento del Cda», secondo quanto riferito da Ganzetti.

Sara Ferreri