Nuova Simonelli, 80 anni di macchine per il caffè

Intervista all'a.d. Nando Ottavi: "Offriamo l’espresso a tutto il mondo"

Nando Ottavi, presidente e amministratore delegato della Nuova Simonelli

Nando Ottavi, presidente e amministratore delegato della Nuova Simonelli

BELFORTE CHIENTI (Macerata), 22 luglio 2016 - Il suo mentore, Orlando Simonelli, nel 1936 costruì la prima macchina per caffè espresso, inserita dall’istituto dell’enciclopedia Treccani tra i 90 prodotti che hanno fatto la storia del made in Italy. Oggi al timone della ‘Nuova Simonelli’, azienda diventata ormai leader con un fatturato di 70.409.073 euro e una nuova società che svolge attività commerciale in tutta l’area del Pacifico, c’è l’«allievo di allora», Nando Ottavi. Presidente e amministratore delegato, spiega il segreto del successo di un’impresa che, pur esportando il 49% dei prodotti in Asia e Oceania, mantiene la sua casa madre a Belforte del Chienti, piccolo comune dell’entroterra maceratese. Perché se la qualità è data per scontato, il clima familiare in cui lavorano i 105 dipendenti è cosa rara.

Come si può arrivare a 80 anni di attività con 121 mercati di esportazione, 5 nuovi area manager che seguono i mercati di Europa, Africa – Medio Oriente e Asia – Oceania, e restare col cuore in provincia?

«Ricerca, innovazione e internazionalizzazione sono fondamentali. In Italia, negli anni Settanta, quando ho rilevato l’azienda insieme a Graziano Boldrini e Sandro Feliziani i giochi erano già fatti, per cui era necessario guardare oltre, girare il mondo. Per cui abbiamo anticipato la globalizzazione di una trentina d’anni. Nel 1993 abbiamo fondato la ‘Nuova Distribution Usa’ con sede a Ferndale nello Stato di Washington, punto di riferimento per i distributori americani e canadesi. Dal Nord America è iniziata l’espansione in Asia e Oceania. Ma lo stabile resta a Belforte, malgrado non ci siano infrastrutture adeguate, perché i dipendenti conferiscono un plus valore all’azienda, lavorano come in una seconda famiglia. E questo clima aiuta a raggiungere la qualità dei prodotti, con premi di risultato per i lavoratori che arrivano anche a 3mila euro».

C’è concorrenza sleale nel mercato del caffè e dove si registra maggiore crescita nell’export?

«Il comitato che coordina le associazioni nazionali di categoria monitora le quote di mercato e fornisce informazioni, ma fortunatamente nella produzione di macchine siamo abbastanza tutelati. I maggiori risultati arrivano da Asia-Oceania, scarsi fino al 2005-06 e poi in netta crescita dal 2009».

Quando ha messo piede alla Nuova Simonelli?

«Nel 1963, quando c’era il fondatore Orlando Simonelli, mio compaesano, di Cessapalombo. Ero diplomato meccanico, mi ha preso a ben volere mettendomi al suo fianco».

Cosa consiglia ai giovani?

«Erano duri anche gli anni Settanta, noi rilevammo un’azienda con 30 milioni di debito. Ma bisogna costruire, arrampicarsi sugli specchi anche quando si scivola e guardare al futuro».

Cos’è per lei il caffè?

«Una bevanda salutare, e tutto il mondo inizia a scoprirlo, tanto che in alcuni Paesi sta prendendo il posto del thè».