Equitalia, cartella da 4,6 milioni a un ex imprenditore

Nel conto multe, tasse, bolli auto, canone Rai. L’avvocato: quasi tutto prescritto

Una sede di Equitalia (foto Newpress)

Una sede di Equitalia (foto Newpress)

Macerata, 31 maggio 2016 - «Quando hai un debito di milioni di euro, smetti anche di pagare i 50 euro di una multa, perché tanto ormai che senso avrebbe?». È la domanda che si pone un ex imprenditore settempedano, dopo che Equitalia gli ha notificato una cartella esattoriale da quattro milioni e 600mila euro. «Ci sono debiti che risalgono al 2001, cose vecchissime. Ora abbiamo chiesto di pagarle a rate, vediamo che ci rispondono».

Come si sia accumulato un debito del genere lo spiega il difensore del settempedano, l’avvocato Giampaolo Cicconi. «In parte si tratta di qualche multa, qualche canone della Rai risalente alla fine degli anni Novanta, e le tasse della Camera di commercio. In generale sono tutte cose piuttosto risalenti: c’è un ticket non pagato arrivato dalla Asl di Imola, dove si trovata per motivi di lavoro e dove si era sentito male, lievitato dai 15 euro iniziali a 78, ma risale al 2001 e per la prima volta gli è stato notificato nel 2012. Ci sono anche dei bolli auto, che si prescrivono in cinque anni e che dunque ormai sono troppo vecchi, e altre piccole cose del genere».

Il grosso del debito però è fatto di Iva e Irpef non pagate, per una vicenda avvenuta anni fa. «Aveva accettato di fare il prestanome per una ditta che importava auto dalla Germania, in cambio di quattro soldi – spiega l’avvocato Cicconi –. Ha patteggiato la pena dieci anni fa, ma in seguito l’Agenzia delle entrate gli ha contestato una grossa evasione fiscale. Ma anche questa pretesa è ormai prescritta. Equitalia invia una cartella, e se il debitore non la contesta per Equitalia quella diventa come una sentenza, che si prescrive in dieci anni. Invece non è così, infatti già diversi tribunali hanno accolto i ricorsi dei contribuenti. La prescrizione dunque al massimo è di cinque anni. Dunque, analizzando le varie richieste, nel caso dell’ex imprenditore rimangono pochissime cose che ancora possono essere richieste, per poco più di quattromila euro».

«E per quelle – conclude Cicconi –, ho già inviato a Equitalia una proposta di rateizzazione: 35,38 euro per 120 mesi. Vedremo cosa ci risponderanno a questa proposta formale». Intanto il settempedano resta in attesa degli eventi. «In ogni caso – conclude lui – io non ho un lavoro, e non ho più nulla di intestato, neppure una macchina, perché qualsiasi cosa potrebbe essere pignorata a causa di un debito che di anno in anno è continuamente lievitato. Il disagio in queste condizioni è totale».