Virus blocca i computer, estorsioni sul web

Chiesti 500 dollari a un maceratese

IN PRIMA LINEA La polizia postale di Macerata (foto d’archivio)

IN PRIMA LINEA La polizia postale di Macerata (foto d’archivio)

Macerata, 25 giugno 2015 - ARRIVA un’email, e all’improvviso il computer è completamente bloccato: non si aprono più i programmi, non funziona più nulla. Sono i «cryptolocker», virus che in questi giorni sono arrivati a diversi maceratesi. «Subito dopo il blocco del computer – spiega la polizia postale – arriva una e-mail nella quale si chiedono dei soldi, in cambio dei codici per sbloccarlo». Questi virus, o malware che si chiamano più precisamente, arrivano da lontano e passano dal «deep web», una specie di mondo virtuale sommerso e mal frequentato: è nel deep web che si trovano armi, droga e bambini. In questo lato oscuro di internet, si utilizzano dei sistemi grazie ai quali è praticamente impossibile individuare i computer da cui partono messaggi ed email, che arrivano da tutto il mondo senza alcuna rintracciabilità.

LA CRIMINALITÀ specializzata, dunque, passa da questo deep web, e lo utilizza anche per un sistema di estorsioni che funziona in maniera semplice. Si mandano e-mail a raffica a svariati indirizzi. «E una volta bloccati i computer, si manda la mail con la richiesta di soldi: a un maceratese di recente sono stati chiesti 500 dollari, la cifra in genere è sempre quella. Altre volte invece vengono richieste le bitcoins, le monete elettroniche che in pochi ancora hanno. Poi bisogna sbrigarsi a pagare, perché queste organizzazioni non stanno ad aspettare molto. Inoltre, per sbloccare il sistema bisogna entrare nel deep web, cosa non facilissima, perché bisogna avere installato una applicazione particolare che si chiama Tor, e anche non molto sicura: nel deep web ci sono dei maghi dell’informatica, capaci di entrare in un computer e prendere tutto quello che c’è dentro. In alternativa, esistono dei programmi che a volte riescono a recuperare in parte i dati, ma comunque non tutti».

INSOMMA, il cryptolocker è una maledizione per il computer, «e anche le denunce servono a poco, visto che i responsabili sono praticamente impossibili da trovare: in genere infatti le denunce vengono soltanto da chi nel database aveva dei dati sensibili», spiega la polizia postale. Dato che sbloccare il computer poi non è per niente semplice, meglio evitare di prendere il virus. «Non bisogna aprire gli allegati inviati da mittenti sconosciuti – raccomanda ancora la polizia postale – soprattutto se finiscono con .onion, che tradisce la provenienza dal deep web, e bisogna tenere sempre aggiornati i sistemi di sicurezza e protezione». Questi «cryptolocker» sono comparsi nei computer nell’autunno del 2013, ma di recente sono tornati a colpire ancora. Fate attenzione dunque.