Mercoledì 24 Aprile 2024

Operaio rimpatriato, sospetto terrorista e volontario: "Qui gli vogliono tutti bene"

Espulso per i video jihadisti: dal 2012 è in Croce Verde a Civitanova

Faqir Ghani

Faqir Ghani

Macerata, 21 gennaio 2015 - Sotto choc la Croce Verde di Civitanova. Era un milite volontario fin dal 19 dicembre del 2012 Faqir Ghani, il 26enne operaio pakistano rimpatriato per aver condiviso sul suo profilo Facebook – secondo l’accusa mossagli dal ministero degli Interni – video inneggianti alla Jihad. Ma, nella folta truppa della Croce Verde, tra i vertici dell’associazione e gli operatori degli equipaggi, prevale la sorpresa. Si stenta a credere a quello che viene contestato al giovane che ora emergerebbe nella doppia veste di giovane dedito alla solidarietà e contemporaneamente fiancheggiatore di terroristi.

Il presidente, Cesare Bartolucci, e il vice, Michele Ciminari, spendono parole di rispetto per Faqir. «Una persona squisita – racconta Bartolucci raggiunto al telefono nel giorno in cui la Croce Verde è naturalmente finita nell’occhio del ciclone –, era sempre disponibile per i turni della domenica, uno che quando non c’erano emergenze si metteva a tagliare l’erba davanti alla sede e un giorno che gli ho dato del denaro per il carburante del tagliaerba e gli ho detto di tenere quel poco resto che rimaneva, si è schernito ringraziando mille volte. Riferisco mie impressioni, ma per quel che mi riguarda è stato un ragazzo sempre presente ai corsi e comunque una persona che non ha mai avuto comportamenti che potessero far pensare a quello di cui è accusato. Io ne posso parlare solo che bene».

E Ciminari, vice presidente e milite, una ‘bandiera’ della Croce Verde, ricorda «i tanti turni fatti insieme a lui. Sta con noi da due anni ed era sempre disponibile, spesso la domenica. Un ragazzo preciso e rispettoso, che in Croce Verde ha operato al centralino, ai servizi programmati e all’emergenza. Una bella persona. Se l’ho mai sentito parlare di argomenti legati alla Jihad? No, mai. Anzi, quelle volte che ha fatto commenti è sempre stato per dire che la sua religione praticava la non violenza». Un po’ tutti in Croce Verde la pensano come il presidente e il vice, ecco perché la notizia del suo rimpatrio in Pakistan è piombata come uno tsunami sulla sede di via Aldo Moro, dove sono preoccupati perché Faqir Ghani nel suo paese rischia la pena di morte, reintrodotta per questi tipi di reati dopo l’attentato del 16 dicembre che ha fatto strage di bambini a Peshawar.

«Abbiamo sentito – concludono Bartolucci e Ciminari – e ovviamente questo ci angoscia. Con noi è stato un milite perfetto. Adesso aspettiamo di vedere come evolvono le indagini».