Inchiesta su i compensi all’Aato. C’è anche l’ex sindaco Meschini

La Corte dei conti e la vicenda dei 357mila euro incassati dai vertici dell’ente

L’ex sindaco Giorgio Meschini

L’ex sindaco Giorgio Meschini

Macerata, 28 marzo 2015 - EX SINDACI ed ex assessori nel mirino delle toghe contabili. E’ di 357mila euro il danno all’erario contestato dalla procura della Corte dei Conti delle Marche agli amministratori dell’Autorità di ambito territoriale ottimale 3 della provincia di Macerata, tutti ex sindaci e amministratori dei Comuni che ne fanno parte. Ora è attesa la sentenza, dopo che a febbraio i componenti del consiglio di amministrazione hanno affrontato il dibattimento davanti ai giudici contabili.

Il danno all’erario è contestato al presidente dell’Aato 3 Antonio Secchiari, al suo vice Sergio Corvaro, ai consiglieri Giorgio Meschini, ex sindaco di Macerata, Gianfilippo Bacci, ex sindaco di Cingoli, Luciano Ruffini, ex sindaco di Tolentino, Giovanni Casoni, Roberto Martelli, Massimo Palazzesi e al direttore Massimo Principi.

La procura contabile contesta loro di aver percepito l’indennità per la carica nel consiglio di amministrazione tra il 2010 e il 2014, quando la normativa (in vigore dal 2010) prevede espressamente che l’incarico di amministratori dei consorzi obbligatori, in questo caso per la gestione dei servizi idrici, debba essere gratuita, perché ricompresa nell’indennità di amministratori comunali. La norma del 2010 era stata poi chiarita da una legge di interpretazione autentica del 2012, ma gli amministratori dell’Aato 3 hanno continuato ad auto attribuirsi indennità fino al 2014, quando partirono gli accertamenti della Guardia di Finanza su delega della procura della Corte dei Conti.

LA VICENDA giudiziaria era emersa già nel giugno scorso. Il presidente Secchiari, in un’intervista al Carlino, aveva dichiarato che il consiglio di amministrazione dell’Aato 3, proprio in virtù della normativa del 2010, aveva proceduto a ridurre le indennità, come sembrava suggerire la norma in questione. In origine, quando era stata istituita l’Aato, l’indennità del presidente era di 6mila euro lordi al mese, poi ridotta a 2.400. Dopo la riduzione quella del vicepresidente era scesa a 1.200 euro e quella dei consiglieri di 400 euro (in entrambi i casi si tratta di indennità mensili lorde). L’inchiesta sull’Aato di Macerata era partita dopo un’indagine analoga sull’Aato di Pesaro Urbino. Nel Pesarese, però, i componenti del cda avevano cessato di percepire l’indennità nel 2012, con l’arrivo della legge di interpretazione. Gli amministratori dell’Aato di Pesaro, l’anno scorso, sono stati condannati a risarcire l’erario per 70mila euro.

Ora si attende la sentenza da parte della magistratura contabile. «Noi abbiamo spiegato le nostre ragioni – afferma l’ex sindaco di Macerata Giorgio Meschini –, avevamo chiesto chiarimenti sulla norma e alla fine abbiamo agito come ci sembrava corretto. Eravamo del tutto in buona fede, ma se ci chiederanno di restituire le indennità lo faremo».