Inchiesta sulla sanità, Ceriscioli: ‘I contributi elettorali erano per il Pd’

Il governatore riferisce in aula: spostati ad altri incarichi i dirigenti coinvolti nell’indagine

Luca Ceriscioli (foto Calavita)

Luca Ceriscioli (foto Calavita)

Ancona, 26 aprile 2016 - «I dirigenti coinvolti nell’inchiesta non ricoprono più gli incarichi che avevano all’epoca dei fatti». Così il governatore Luca Ceriscioli nella comunicazione in consiglio regionale sull’inchiesta che ha terremotato la sanità regionale. Per il presidente, «non ci sono attività connesse a rapporti che possono entrare nell’inchiesta». Al centro dell’indagine della Procura di Ancona c’è «un contratto per un appalto da 12 milioni di euro alla Medilife spa per un centro stampa per la documentazione cartacea dell’Asur dal 2005 al 2015, prorogato dalla precedente amministrazione da febbraio a settembre. Da allora – assicura Ceriscioli – la Regione non ha avuto più rapporti con l’azienda, tranne il mancato rinnovo della proroga, dallo scorso settembre. Non ci sono vantaggi, né attività legate a quell’appalto».

Il governatore ha ricordato che «il primo atto della Regione dopo la lettura degli articoli di giornale è stato incaricare il segretario generale di prendere contatto con i diretti interessati per valutare e intraprendere iniziative che mettessero l’ente al riparo».

Qualche giorno più tardi l’ex dg dell’Asur regionale, Piero Ciccarelli, si è messo in aspettativa non retribuita per un mese. «È una questione delicata, che seguiamo con attenzione – ha proseguito Ceriscioli –, è giusto tenere un atteggiamento di grande cautela, che non vuol dire una condanna preventiva delle persone coinvolte». Quanto ai contributi per i volantini elettorali, Ceriscioli aggiunge che «si è parlato della campagna elettorale del presidente, ma poi si è chiarito che si trattava probabilmente di un contributo al Pd».

L’indagine della Procura di Ancona vede coinvolti Piero Ciccarelli, maceratese attuale direttore del servizio Sanità in Regione dopo essere stato il direttore generale dell’Asur; Alberto Carelli, oggi tornato in servizio a Macerata dopo essere stato direttore amministrativo dell’azienda sanitaria regionale; la sambenedettese Giulietta Capocasa, oggi alla guida dell’Area vasta 5 di Ascoli; Alberto Lanari, direttore dell’esecuzione contrattuale per l’Asur. Con loro sono sotto inchiesta Massimiliano Picardi, gestore della Medilife Spa di Roma, Roberto Dotti, anche lui referente per la stessa società, Gianluca Tomassini, addetto alla segreteria di Gian Mario Spacca alle elezioni del 2015, l’assessore pesarese Antonello Delle Noci e Giorgio Baldantoni, anche lui pesarese, questi ultimi due coinvolti nell’inchiesta in qualità di referenti dell’attuale governatore Luca Ceriscioli.