Giovedì 25 Aprile 2024

Espulso per aver condiviso video jihadisti: rischia la pena di morte

Civitanova, la paura dei familiari dell’operaio pakistano. Lavora come volontario nella Croce Verde

Militari jihadisti (foto Ansa)

Militari jihadisti (foto Ansa)

Macerata, 21 gennaio 2014 – Rischia la pena di morte nel proprio Paese Faqir Ghani, l’operaio pakistano rimpatriato ieri dopo essere stato accusato dal ministero degli Interni di aver condiviso sul proprio profilo Facebook video inneggianti alla Jihad. Lo temono i suoi familiari – secondo quanto riferito dal legale del ragazzo – i quali, questa mattina, sono voluti tornare in patria assieme al ragazzo. Il Pakistan, infatti, dopo l’attentato del 16 dicembre scorso a Peshawar in cui morirono 141 persone tra cui 134 studenti, ha inasprito le pene per reati legati al terrorismo creando un tribunale militare speciale per questi crimini e reintroducendo la pena di morte.

Il ragazzo pakistano, 26 anni, da 12 residente a Civitanova, era stato prelevato ieri nella fabbrica dove lavora e portato direttamente in tribunale. Nel pomeriggio il giudice aveva disposto l’espulsione immediata. Il giovane – assistito dall’avvocato Maurizio Nardozza – aveva provato a difendersi sostenendo di non aver nulla a che vedere con i terroristi, di aver sempre rispettato tutte le religioni e di non aver condiviso video. Al massimo – ha spiegato – potrebbe aver visitato qualche video postato da conoscenti pakistani sui social. Intanto a Civitanova, negli ambienti della Croce Verde, c'è sconcerto. Ghani, infatti, dal 2012 presta servizio come volontario. "Una persona squisita e sempre disponobile - dicono dall'associazione - non lo abbiamo mai sentito parlare di terrorismo o guerra santa".